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Nuove strutture sanitarie in Calabria. E l’Ospedale di Trebisacce?

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La Regione propone ben 91 nuove strutture sanitarie da realizzarsi con i fondi del Pnrr, ma non fa alcun accenno all’Ospedale di Trebisacce. In realtà la bozza di Piano proposta negli ultimi giorni all’Agenas Ministeriale prevede una miriade di nuove strutture sanitarie territoriali, tra cui, alcune, nell’Alto Jonio Calabrese,  ma non si fa alcun accenno alla rete ospedaliera e agli Ospedali, nè di Trebisacce, nè di Praia a Mare che, secondo le reiterate sentenze dei Giudici, devono essere riaperti. In realtà, grazie ai copiosi fondi europei la Calabria dovrebbe finalmente fare un salto di qualità e sanare finalmente le enormi criticità che si sono accumulate nel corso degli anni e che hanno spinto i calabresi fuori dalla Regione per farsi curare.

Ma il salto di qualità sarà per tutti o sarà a macchia di leopardo? Saranno finalmente riaperti gli Ospedali che con un eccesso di faciloneria sono stati chiusi e che restano tuttora inoperosi nonostante le reiterate sentenze dei Giudici? Basteranno le 91 strutture assistenziali di medicina territoriale definite “Case di Comunità” e “Ospedali di Comunità” previste nella bozza di Piano allestito nelle scorse settimane? Sarà finalmente integrata la rete ospedaliera con l’apertura degli Ospedali chiusi? Per il momento, come si diceva, di rete ospedaliera non si parla, anche se nello stesso Piano si accenna (senza fare i nomi!) a 6 nuovi Ospedali nella provincia di Cosenza.

Una cosa è certa: i fondi europei del PNRR si possono utilizzare per rifondare la sanità, ma su questo versante finora la Calabria non ha dato certo il meglio di sé tanto che il debito sanitario, nonostante i tanti Commissari nominati proprio per ridurre il debito, invece di ridurlo lo hanno incrementato, senza, peraltro, migliorare la qualità della sanità pubblica. Il Presidente Occhiuto, ora anche Commissario della sanità, sa bene che nella Sanità si gioca una grossa fetta di credibilità personale. Rimettere in sesto la disastrata sanità calabrese è infatti la sfida più importante e più difficile nel quinquennio che lo vedrà alla guida della Regione.

Le risorse del PNRR rappresentano veramente l’ultimo treno ed è perciò indispensabile spenderle bene e subito. E Occhiuto lo sa bene tanto che in pochi giorni ha messo in moto i sonnacchiosi vertici delle Asp per individuare “una prima proposta, migliorabile e sostenibile, di allocazione delle risorse redatta, a suo dire, in collaborazione con i Sindaci (fortunato chi ce l’ha!). Il nuovo Piano di Assistenza Sanitaria Territoriale prevede “la creazione di presidi territoriali in grado di erogare prestazioni a bassa intensità di cure, evitando l’intasamento degli Ospedali e dei Pronto Soccorso deputati all’emergenza.

Per fare ciò, la Regione intende dotarsi di 57 CdC (case della comunità), di 15 OdC (ospedali di comunità) e di 19 centrali operative territoriali distribuite nell’intera Regione (21 per CS, 16 per RC, 10 per CZ, 5 per KR e 5 per VV). Tra queste, nell’Alto Jonio, 3 Case della Comunità (Cassano Jonio, Rocca Imperiale e Villapiana) e n. 2 Ospedali di Comunità (Cariati e Cassano Jonio) e nessuna Centrale Operativa. Completamente assente, innominato, come si vede, il “Chidichimo”. Come valutare questo vuoto? A chi tocca, in regime di “vacatio” amministrativa, farsi sentire e chiedere spiegazioni? Non certo ai cittadini che sopportano tutto con cristiana rassegnazione e che, comunque, attendono notizie dalla Casa Comunale!

Pino La Rocca     

 

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