L’autopsia, disposta dall’autorità giudiziaria per risalire alla causa del suo decesso dirà che l’uomo, che non presentava alcuna apparente ferita sul corpo, era morto per cause naturali e precisamente per gli effetti di un edema polmonare. Fatto sta che il suo corpo, a distanza di circa un mese da quella data (19 settembre 2012), si trova ancora presso l’obitorio dell’ospedale di Rossano in attesa che a quell’uomo venga garantita una degna sepoltura. Cosa che finora non è stato possibile perché pare non si siano trovati i fondi necessari per fare le esequie e trasferire il suo corpo in Ucraina dove lo reclama l’anziana madre (88 anni) e l’unico figlio che vive con la nonna, nato dal suo sfortunato matrimonio con una donna ucraina. Possibile, ci si chiede, che l’azienda sanitaria, o altre istituzioni pubbliche, non abbiano un capitolo di spesa a cui attingere in casi come questo? Fatto sta che nei giorni scorsi, appresa la notizia, si è mossa la Chiesa, sensibile come sempre a sostenere la causa dei più deboli.
In particolare il parroco della Chiesa “Cuore Immacolato della B.V.M.” don Pierino De Salvo, ha preso l’iniziativa di celebrare una messa in suffragio del povero M. B. ed ha promosso una colletta popolare per contribuire a racimolare i fondi necessari al suo trasferimento in patria. Anche i suoi compaesani, che vivono numerosi nella cittadina jonica e che lo conoscevano come persona mite e laboriosa, hanno partecipato alla santa Messa ed hanno contribuito con un’offerta, così come hanno fatto molti parrocchiani. Non sarà facile però arrivare alla cifra necessaria per affrontare il trasferimento della sua salma in Ucraina per affidarla nelle mani della sua cara madre, che attende ansiosa di riabbracciare lo sfortunato figlio, così come migliaia di mamme italiane, sullo stesso tragitto, percorso però a ritroso, aspettavano il ritorno delle salme dei propri figli immolati per la patria sul fronte bellico della Russia.
Pino La Rocca