Oriolo, 40 anni di storia senza squadra. «Che tristezza quelle sterpaglie nel campo»
L'invito di un giovane calciatore per un progetto di rinascita
I campi di calcio ricoperti di sterpaglie inviano un messaggio inequivocabile: i piccoli paesi si stanno svuotando e di questo passo, nel giro di pochi decenni, i ricordi avranno la meglio sulle aspettative. Nell’Alto Jonio Cosentino, scrigno di piccoli comuni e borghi, anche il calcio attraversa un momento di crisi, mai vissuto prima. A parte lo storico Trebisacce, abituato a ben altri campionati ed oggi in lotta per mantenere la categoria di Promozione; il Roseto e l’Amendolara, rispettivamente in Promozione e in Prima Categoria; negli altri paesi, seppur piccoli, il movimento del pallone sembra mestamente accantonato. Fanno eccezione, in qualche modo, Rocca Imperiale e San Lorenzo Bellizzi (addirittura con due squadre) che stanno giocando un bel campionato di Terza Categoria.
Per il resto campi vuoti, erba alta, cancelli chiusi. Come ad Oriolo (foto copertina), storica piazza con una tifoseria calorosa, dove ormai però da qualche anno, “la domenica non è più domenica”. L’appello a rimboccarsi le maniche arriva da un giovane che, nel recente passato, ha calcato la terra battuta del campo intitolato al patrono San Giorgio Martire. Un accorato invito – proprio nel 40^ anniversario della fondazione dell’U.S. Oriolo – a non abbandonarsi all’apatìa e agli eventi, spesso avversi in questi anni difficili; ma a ritrovare quell’entusiasmo (nelle foto sotto una delle ultime partite), quella collaborazione e perché no, anche quel coraggio per rimettersi in gioco e riportare il calcio giocato ad Oriolo nel ricordo dei bei tempi andati.
«Non ci sono colpe in tutto questo se non collettive – scrive sui social, Renato Simonelli, che è anche presidente della Pro Loco – perché i singoli hanno sempre cercato di dare qualcosa, in campo e fuori senza mai avere un ritorno se non quello di rappresentare il proprio paese. Però è necessario trasformare le critiche, anche giuste, in qualcosa di costruttivo. Ad Oriolo di certo non mancano le capacità, non mancano i giovani talenti. Vogliano tornare la domenica al campo per il nostro sogno giallo-verde. Quelle sterpaglie sempre più alte lasciano un vuoto quasi incolmabile. Vedere il nostro stadio così, rattrista molto. Io sarò in prima linea – conclude – nel caso si presentasse la possibilità di realizzare un progetto serio per la rinascita del calcio ad Oriolo».
Vincenzo La Camera