Dico la sincera verità, non ho ancora realizzato quello che ho fatto. E’ stato un momento bellissimo, per un ragazzo della mia (22 anni, ndr) età sapere di aver vinto uno scudetto di serie A , è una marcia in più per il futuro.
Nella tua breve carriera hai avuto modo di conoscere il calcio italiano, prima di vestire la maglia del Jalgpalliklubi Nõmme Kalju. Quali differenze hai notato?
Le differenze non sono tante, anche qui sono molto professionali e si gioca un bel calcio. Il calcio estone è un po meno tattico rispetto a quello italiano ed è vissuto in modo molto più sereno. Un ragazzo giovane ha la possibilità di crescere e sbagliare con tranquillità.
Una scelta coraggiosa quella di andare a giocare in Estonia, come sei arrivato a prendere questa decisione?
Si, una scelta coraggiosa, avevo voglia di riscatto dato che in Italia non trovavo la fiducia di nessuna società. Non è stato difficile anche perchè ho avuto l’appoggio dei mie genitori e dei miei parenti. Devo ringraziare il mio procuratore, Salvatore Trunfio, che mi ha offerto questa possibilità nell’estate del 2011 e non ci ho pensato su due volte.
Per adesso ho ancora altri 2 anni di contratto con il Kalju e spero di rispettarli anche perchè l’anno prossimo giocheremo la Champions League (preliminari, ndr). Ma se arrivasse qualche offerta sono sempre pronto a valutarla.
Al tuo arrivo al Kalju ha incontrato un altro ragazzo italiano, Marco Bianchi, insieme siete diventati gli ambasciatori del calcio italiano, i portabandiera azzurri in Estonia. Cosa si prova nel rappresentare il nostro calcio in un Paese in cui il calcio sta acquistando, come sport, sempre più importanza?
Di sicuro è una bella sensazione, e spero che la nostra presenza qui possa far capire che oltre ad essere bravi a giocare a calcio, noi italiani siamo anche delle brave persone.
Abbiamo parlato di sogni realizzati, parliamo invece del sogno che vorresti realizzare: qualè la maglia che hai sognato di indossare fin da bambino?
Di sicuro ora il mio sogno principale è quello di tornare in Italia da protagonista, e, perchè no, anche quello di giocare in Nazionale. Per quanto riguarda la maglia sognata da bambino è sempre stata quella dell’Inter anche se, in un certo senso, l’ho già indossata per tre anni nel settore giovanile.
Giovanni Pirillo