Il Diario del Pollino. La “danza del falcetto” di San Paolo Albanese, antico rito della mietitura
L’escursione più interessante e più completa del Pollino si può fare dalla mattina presto, perché avrai il tempo di non stancarti e di fare, non solo una scalata sulle cime più belle o un lungo percorso per i sentieri dei boschi, ma dopo la colazione presso una fresca fontana, potrai visitare anche uno dei paesi del Parco Nazionale, istituito nel 1993. Il Parco ha una estensione di circa 200 ettari e comprende 56 Comuni: 24 della Basilicata e 32 della Calabria. I paesi dell’Alto Jonio sono 5: Alessandria del Carretto, Plataci, San Lorenzo Bellizzi, Francavilla Marittima e Cerchiara.
San Paolo Albanese (Pz) si può raggiungere con qualche ora di auto; ci siamo fermati il 16 agosto per assistere alla festa della danza (o gioco) del falcetto: è un antico rito della mietitura che si praticava anche in Amendolara e in Albidona. Mario Blefari Melazzi, che ha sempre avuto la passione per la fotografia del mondo del lavoro, l’ha immortalato negli anni ’50, durante la mietitura nella masseria di Maristella. La danza del falcetto, nelle sue varianti di “cattura della lepre” o “del caprone”, resiste anche a Episcopia (Pz) e a San Giorgio Lucano (Pz).
Ebbene, a San Paolo hanno permesso pure ai forestieri di portare il piccolo trono votivo del falcetto (nella foto); abbiamo fotografato i due mietitori che danzano e “giocano” attorno alla grossa gregna di grano e ci hanno spiegato che “rappresentano uno il male e l’altro il bene, in continua lotta”. Poi, nella stessa festa, gli altri “mali” che potrebbero disturbare la piccola comunità albanofona di San Paolo vengono fugati dall’incendio dei Nuzazit, i caratteristici pupazzi riempiti di petardi, che preparano i bravi “fochisti” della vicina San Costantino Albanese.
Purtroppo, la gioia della festa di San Paolo Albanese ci è stata funestata lungo la via del ritorno: nelle curve di Cersosimo due poveri volpacchiotti che seguivano mamma volpe, forse diretta a qualche pollaio, sono rimasti stritolati da un auto, il cui conducente poteva certamente rallentare dinanzi a quelle povere creature del Parco Nazionale del Pollino.
Giuseppe Rizzo