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Terremoto, altre scosse sul Pollino. A Mormanno decine gli sfollati. Tanti hanno passato notte in strada

Il Pollino trema ancora, altre tre scosse di terremoto sono state registrate nella zona di Mormanno, colpita ieri dal sisma di magnitudo 5. Dalla mezzanotte di ieri sino a stamattina sono state registrate dall’Ingv (Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia) altre tre scosse, la più alta di magnitudo 2.8. Intanto a Mormanno e nei paesi limitrofi si dorme in auto, nei camper e negli alberghi, mentre una perturbazione proveniente da Nord ha portato anche la pioggia.

Il tutto mentre il Centro Operativo misto, guidato dal capo di gabinetto della Prefettura di Cosenza Giuseppe Martino, fa sapere che non si registrano al momento ulteriori danni a persone o cose. Nel frattempo sono undici le case dichiarate inagibili nel comune di Mormanno, una quarantina gli sfollati e, nonostante il peggioramento delle condizioni meteo, sono centinaia le persone che hanno preferito trascorrere la notte in strada, da parenti in posti più sicuri o negli alberghi. La Protezione civile ha intanto allestito un punto di prima accoglienza nella palestra del liceo scientifico del paese, mentre sono tuttora in corso le verifiche di staticità degli edifici da parte del Corpo dei Vigili del Fuoco.

Nel frattempo l’Assessore regionale alla Cultura Mario Caligiuri fa sapere che i danni al patrimonio culturale artistico calabrese sono ingenti e potrebbero ammontare anche a diversi milioni di euro. Al momento, i danni maggiori sui beni culturali sembrano essere quelli registrati a Mormanno e a Laino Castello nella Chiesa di San Teodoro. La difficile situazione attuale ha spinto il presidente del Parco nazionale del Pollino Pappaterra, a sollecitare, nel corso della riunione convocata dalla Prefettura di Cosenza per fare il punto sulla situazione, la dichiarazione dello stato di emergenza: «Ieri – ha detto Pappaterra – Gabrielli su questo è stato cauto, ma credo che questa sia l’occasione per mettere mano alla situazione degli alloggi, senza dimenticare quella di trovare una sistemazione agli sfollati».

Luigi Adinolfi

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