Se arrivi a Terranova di Pollino, trovi il caffè aperto anche la mattina presto: pure dalle cinque alle sei. Nella piazzetta, davanti alla chiesa parrocchiale, puoi entrare in due eleganti locali. Qui, tra vecchi amici, incontriamo sempre un anziano contadino vestito di velluto nero e sembra un vecchio brigante; lui, invece del caffè, preferisce un bel bicchiere di vino o una grappa, anche d’estate.
Siamo entrati già nel mese di novembre; le foglie dei faggi di Acquatremola sono quasi ingiallite e puoi godere uno spettacolo autunnale che ti invita alla sosta e a scattare la foto più bella. La Madonna è scesa dal monte, ai primi di settembre, ma una breve visita al santuario la facciamo con piacere: quando non c’è la baldoria della festa, puoi trovare un attimo di autentica pace.
Poi, scendiamo piano piano, verso le frazioni delle Mezzane che sembrano piccole case di presepe: infatti, il Pollino è un grande presepe vivente: i pastori si accingono alla transumanza verso la Marina. Nella vasta distesa d’erba secca vediamo saltare una lepre, i bracconieri non dovrebbero salire nel perimetro del Parco. Il rosso delle bacche ovali della rosa canina spicca tra il giallo paglino; guardiamo il grigio monticello pelato, salutiamo qualche amico nella piazza di San Severino Lucano e ci immettiamo tra i monumentali castagni, sulla via della frazione Cropani: le belle casette sono attorniate da verdi orticelli di cavoli e verze.
Dopo pochi minuti, ci troviamo sotto la vecchia torre campanaria dell’antica abbazia cistercense del Sagittario, fondata da Ugone di Chiaromonte nel 1152 e dove visse il beato da Caramola. Scendiamo sul ponte del Frido, passiamo per il bosco Magnano e ci fermiamo sulla riva del placido Sinni che sfocia verso lo Jonio. Guardiamo i ruderi dell’altra certosa basiliana di Ventrile, o di San Nicola in Valle, territorio di Chiaromonte, ma interessato anche alle vicine popolazioni di Francavilla in Sinni e di San Severino Lucano. Raccontano che i pazienti e laboriosi monaci dei due monasteri, beneficiati dai potentissimi Sanseverino e dai signori di Chiaromonte, avevano costruito anche il lattodotto: il latte che mungevano nella mandrie del Sagittario lo facevano arrivare al sottostante convento di Ventrile: quanti luoghi e quante belle storie ci fa conoscere il comprensorio del Pollino calabro-lucano!
Giuseppe Rizzo