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Amendolara. Ultima notte dell’anno senza Guardia Medica. Siamo alla follia!

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di Vincenzo La Camera – Il 2022 si chiude per l’Alto Jonio Cosentino, dal punto di vista sanitario, come peggio non si poteva. E cioè con un segnale inequivocabile sulla situazione che questo comprensorio è costretto a subire ormai da tanti anni. La Guardia Medica di Amendolara (nella foto), che copre anche il vicino comune di Roseto Capo Spulico, resterà chiusa l’ultima notte dell’anno, il 31 dicembre. In un comprensorio senza ospedale, i cittadini, nella notte forse più complicata dell’anno, non avranno il supporto nemmeno della Guardia Medica: sembra grottesco ma è la verità. Il Servizio di Continuità Assistenziale (ex Guardia Medica) di Amendolara, che si trova in Marina nei pressi della chiesa Madonna della Salute, resterà, dunque, chiuso dalle ore 20 del 31 dicembre 2022 sino alle ore 8 del Primo Gennaio 2023. In questo arco di tempo, nel caso di necessità, non resta che affidarsi al 118 e alla fortuna dato che il più delle volte le ambulanze giungono sul posto senza medico a bordo. I sindaci di Amendolara e Roseto Capo Spulico sono stati avvisati in merito da una lapidaria comunicazione sottoscritta dall’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza – U.O.C. Cure Primarie Jonio Nord – che non riporta alcuna motivazione circa la decisione. Anche se per le vie brevi, la motivazione è sempre la solita: carenza di medici. Ed allora, con questi chiari di luna, viene spontaneo domandarsi: quale futuro per la Guardia Medica di Amendolara? Ed inoltre, per la notte del 31 dicembre non si poteva trovare una soluzione straordinaria per garantire un minimo di diritto alla salute ai cittadini dell’Alto Jonio?

Ormai il sistema sanitario dell’Alto Jonio è talmente allo sbando che, sia nei cittadini che nelle istituzioni, è subentrata una sorta di assuefazione al disagio: una disarmante apatia che non lascia ben sperare per l’anno nuovo. A dire la verità sulla chiusura della Guardia Medica di Amendolara è intervenuto il sindaco di Roseto Capo Spulico, Rosanna Mazzia, rimarcando la necessità di questo presidio per non sovraccaricare un servizio di Emergenza Urgenza (118) già precario. Non si può continuare a giocare con la salute dei cittadini, denuncia la Mazzia.

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