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Trebisacce, aumenta IMU seconda casa. C’è l’ok anche della Minoranza

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Scorcio di Trebisacce

Aumentare l’odiosa IMU e allinearsi così ai paesi vicini o, considerata la situazione debitoria del comune, rischiare di far scivolare il paese verso il baratro del dissesto finanziario? Alla fine l’esecutivo comunale di Trebisacce, esercitando la podestà regolamentare in materia di entrate conferitagli dal recente Decreto Legislativo n. 23 del 14 marzo 2012 e rinfrancato anche dal voto favorevole della Minoranza, ha deciso di mantenere inalterata l’aliquota relativa alla prima casa ed ha invece innalzato quella sulla seconda casa portandola dallo 0,76% del valore complessivo dell’unità abitativa soggetta a tassazione all’1%, con un aggravio dello 0,24 rispetto all’aliquota stabilita dallo Stato.

Non è stata certo una scelta semplice e indolore ma, da quanto si è saputo a posteriori, sarebbe maturata attraverso un confronto serrato all’interno della Maggioranza e attraverso incontri più o meno informali con i partiti che sorreggono l’esecutivo comunale guidato dal sindaco Franco Mundo, ma avrebbe provocato lo stesso non pochi mugugni dentro e fuori dal palazzo. Poi dal consiglio comunale, per la verità tenutosi in sordina e senza pubblico, è uscito un voto condiviso anche dalla Minoranza che ha agevolato il varo di una decisione comunque destinata a far discutere perché i tempi sono difficili per tutti e l’aumento di una tassa che molti, seppure riferita alla seconda casa, viene giudicata iniqua e vessatoria, soprattutto a Trebisacce. Sì, argomentano in molti, perché a Trebisacce le seconde case, quasi tutte sfitte e che quindi non producono reddito, sono di proprietà dei trebisaccesi, che le hanno realizzate illudendosi di darle in abitazione ai figli e non già, come a Villapiana, Amendolara, Rocca, Roseto… dove le seconde case sono quasi tutte di proprietà di gente che abita fuori e che le utilizza solo d’estate, abitandole per un mese e fittandole per un altro mese.

D’altra parte c’è da dire, come ha ricordato l’assessore al Bilancio ed ai Tributi Andrea Petta che ha riconosciuto la delicatezza della decisione, i circa 380mila euro derivanti dal gettito della seconda casa vanno a coprire le minori entrate dai trasferimenti statali, quantificati in 300mila euro e consentono al comune di “galleggiare” tra i tanti debiti ereditati e l’esigenza di liquidità per garantire i servizi e per evitare il ricorso al dissesto, che sarebbe un colpo mortale per il comune e per i cittadini. «L’aumento dell’Imu – ha scritto infatti il vice-sindaco Petta – ci consentirà di non tagliare i servizi e quindi di evitare un ulteriore aggravio delle difficoltà delle fasce più deboli della popolazione». In realtà quella del vice-sindaco Petta è stata l’unica “voce” uscita dal palazzo, mentre era forse il caso di informare in modo puntuale e accorto i cittadini su una scelta da considerare ineludibile e perciò obbligata, con la quale, del resto, i trebisaccesi si confronteranno nei prossimi giorni.

Pino La Rocca

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