Il diario del Pollino. Il viaggio di Norman Douglas da Morano a Terranova
Un mese fa, al liceo scientifico di Trebisacce è stato presentato il libro di Francesco Bevilacqua: “Sulle tracce di Norman Douglas”, pubblicato dalla Rubbettino. A guardare certe fotografie inserite nel testo, apprendiamo che questo personaggio è passato pure per Alessandria e Albidona. Ma chi era George Norman Douglas ?
Il Pollino è stato percorso anche dai viaggiatori stranieri: J.F. Schouw, Rupert Huter, Gilles Bonin e qualche altro. Costoro l’hanno fatto per interessi scientifici sulla geologia, sulla flora (il pino loricato) e sulla fauna. Ma queste montagne sono state indagate anche da illustri italiani: Michele Tenore, Benedetto Vitelli, Nicola Terracciano, Fridiano Cavara, Loreto Grande, Orazio Gavioli, Carlo Lacaita, Adriano Fiori Giancarlo Avena, Franco Bruno e Biagio Longo, che era di Laino Borgo. Però, le descrizioni più affascinanti le ha fatte lo scozzese Norman Douglas (1868-1952) in Old Calabria, pubblicata a Londra nel 1915. In Italia è uscita col titolo di Vecchia Calabria della Giunti (Firenze) e con la bella traduzione di Grazia Lanzillo e Lidia Lax.
Il Douglas (nella foto), che ha viaggiato in tutto il mondo, predilesse soprattutto l’Italia, dimorando nel Lungarno di Firenze, a Posillipo e a Capri, dove volle morire ed essere sepolto. Visitò la Calabria e la Lucania, per tre volte: nel 1907, 1911 e 1938. Indimenticabile il suo lungo viaggio, fatto da Morano a Terranova di Pollino. Lo scrittore resta incantato da “l’antica Morano” e dalle sue “case bianche che precipitano come una cascata lungo il fianco di una collina a cono”. Poi, mentre prosegue, con due muli, guidati da un astuto mulattiere di Morano, si ferma a guardare uno dei punti più pittoreschi del Pollino: “un anfratto ombroso, dove sorge un’imponente costruzione merlata: è il monastero del Colloreto (nella foto in alto)!”
Mentre attraversa la grande montagna calabro-lucana, annota le bellezze di Gaudolino, dei Piani bassi e alti, del Piano Iannàce e Petrasasso. E’ il mese di luglio; Douglas si trova proprio alla festa della Madonna di Pollino, ma la definisce “un pic nic in onore della Vergine”. Alla fine, sapendo che una società della Valtellina e un’altra della Germania stanno abbattendo alcuni grossi faggi, l’arguto scozzese ha una pausa di amarezza: “E’ triste pensare che entro pochi anni quasi tutti questi boschi saranno scomparsi; la prossima generazione stenterà a riconoscere i luoghi in cui essi sorgevano. Chi abbia voglia di godere la bellezza di questi paesaggi prima che scompaiano dalla faccia della terra, dovrà affrettarsi”. Speriamo che non ci siano altri tagli e che non abbiamo a ricordarci del monito di Norman Douglas.
Giuseppe Rizzo