“Il Signore non impone nulla. Indica, una, due, tre strade possibili e, poi, noi dobbiamo scegliere: il percorso nasce dal cuore di Dio e alla fine torna dentro il cuore di Dio”. Così il Vescovo, monsignor Serafino Parisi, durante la celebrazione eucaristica per l’arrivo della reliquia di Santa Rita nella parrocchia di Santa Maria Maggiore di Lamezia Terme, dove resterà fino al 19 marzo. Partendo dalle letture del giorno, monsignor Parisi, ha sottolineato che “chi si fida totalmente del Signore, in questo suo affidarsi e confidare nel Signore, trova la sua beatitudine. La vita dell’uomo che confida nel Signore – ha aggiunto – è come quella di un albero le cui radici sono poste nell’acqua, per cui non conosce la stagione della siccità, della pianta che secca e muore. Le sue foglie non appassiranno mai, perché è piantato lungo i corsi d’acqua e non c’è bisogno dell’annaffiatore di Santa Rita, alla quale era stato chiesto di annaffiare un legno secco”.
Oggi, invece, “il nostro grande dramma – ha proseguito il Vescovo – è proprio questa pretesa di una umanità che si illude di poter bastare a se stessa e, quindi, esclude Dio dalla sua vita, come se Dio impedisse di vivere, di esprimersi, di sperare, di sognare. Il ragionamento che si fa è: mettiamo da parte Dio e, se c’è, viviamo come se non ci fosse”. Ed è così che l’uomo “si illude di poter costruire la propria esistenza sulle proprie forze: esclude Dio e rimane chiuso in sé stesso, in un’autoreferenzialità che è semplicemente deleteria nella sua vita. Il Signore che ci legge nel cuore – come ci ha detto Geremia – capisce ciò che l’uomo sceglie, ciò che liberamente vuole e che responsabilmente elegge come norma della propria vita, come regolamento della sua esistenza a partire proprio da questo allargamento del cuore: l’allargamento della capacità di abbracciare con la propria esistenza gli altri ed anche il Signore”. Lo stile del credente, infatti, è “fidarsi unicamente del Signore non con un atteggiamento fideistico”, ma consegnarsi totalmente nelle Sue mani, facendo la propria parte: “lavoro, mi impegno, cerco, cioè, con i miei poveri mezzi, con le mie scelte ed anche con le mie sofferenze, di servire il mondo, la storia, l’umanità, con la forza del Vangelo. Questa grazia – ha concluso il Vescovo – , che oggi sembra essere una grazia impossibile, la chiedo direttamente al Signore attraverso l’intercessione di Santa Rita perché possa essere lo stile di vita che ognuno di noi vuole scegliere come via da vivere cristianamente”.