Redazione Paese24.it

«Io rivivo dal buio». Un salto nella Sicilia degli anni ’50

«Io rivivo dal buio». Un salto nella Sicilia degli anni ’50
Diminuisci Risoluzione Aumenta Risoluzione Dimensioni testo Stampa
Print Friendly, PDF & Email

Con la nuova opera «Io rivivo dal buio», editata dalla Aletti di Guidonia, ritorna in libreria Salvatore Seguenzia, dopo il fortunato libro d’esordio «Megar… imando Hyblaea». Il delizioso omaggio all’antica colonia greca situata nei pressi d’Augusta, «Megar Hyblaea» appunto, alla riscoperta delle proprie origini per farne dono ai giovani e a coloro che verranno conoscere la storia dei territorio, ha già messo in evidenza l’attaccamento di Seguenzia alle proprie radici, che ora prosegue con la nuova opera ambientata in un fantomatico paesino nella Sicilia degli anni 50. La trama si sviluppa attorno alle vicende di Minicheddu, giudicato dai più come un tipo bizzarro, per i suoi modi di fare, spesso deriso, e che si palesa come uomo senza scrupoli. E, peripezie della vita, diventerà collaboratore del boss del luogo ed anche del comandante della caserma della guardia di finanza.

Un racconto corale redatto con una scrittura immediata, qualche incursione nelle parole dialettali che ne accentuano il carattere realistico, calato nelle atmosfere del passato. È la vita contadina dei borghi di un tempo spesso con le difficoltà a portare il pane a casa. Anche per questo è forte l’attrazione del protagonista per il soldo facile, che viene fotografata in un momento di passaggio, di grandi cambiamenti in atto nella comunità locale. Era già consolidato il mondo sommerso governato dal boss, la cui protezione è sostenuta dai “dazi” da pagare. La comunicazione era affidata ai pizzini, le riunioni clandestine stabilivano le minuziose azioni da svolgere in gruppo. Completano il quadro ricco di spunti… Suggestiva è l’immagine di copertina, con un uomo di spalle, in penombra, che cammina da solo lungo una strada di ciottoli deserta, appena illuminata dai lampioni. Ne esce fuori un ritratto veritiero di una terra, tanto difficile e tanto amata, che permette anche agli altri, nati in altri territori, di coglierne lo spirito e guardarla con indulgenza.

Salvatore Seguenzia, megarese di nascita, classe 1969, si conferma uno scrittore maturo e di grande spessore. Sposato e padre di due figli, ha conseguito due lauree, in Economia e Commercio ed in Scienze della Pubblica Amministrazione. Da circa trent’anni, è Ispettore della Guardia di Finanza ed attualmente è in servizio presso la locale Compagnia. E da alcuni anni è diventato appassionato del dialetto ma soprattutto della storia e tradizioni della sua città, che trasporta nelle sue opere cariche scorci pittoreschi e di rilevanza storica. E su come debba essere una storia, ha una sua idea ben chiara, che guida le sue narrazioni. «Oggi, quello che deve colpire il lettore sono le “fantasie” che vanno oltre ogni immaginazione e che possono ricollegarsi ad eventi della vita giornaliera di ognuno di noi» dichiara l’autore nel retro di copertina come una sorta di personale manifesto letterario della sua scrittura. «Come l’oroscopo – continua – dove, per ogni segno zodiacale, giornalmente si ha un quadro generico di riferimento ma non specificatamente riferito ad un soggetto».

Condividilo Subito
Subscribe
Notificami
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments