Trebisacce. La riapertura dell’ospedale continua il suo iter giudiziario
di Pino La Rocca – Il Consiglio di Stato, Sezione III, torna ad occuparsi dell’ex ospedale di Trebisacce attraverso una nuova Ordinanza, dopo averne ripercorso e ricordato tutti i passaggi e contestato ancora una volta l’inerzia delle Istituzioni preposte che si sono fatte beffa di ben 3 Sentenze passate in giudicato, ha fissato per il 13 luglio prossimo la Camera di Consiglio per esaminare la relazione sullo stato delle cose che dovrà essere elaborata dalla dr.ssa Dora Di Francesco che risulta essere l’ultimo Commissario ad Acta incaricato dai Giudici di procedere alla riapertura del “Chidichimo” dopo le dimissioni del dr. Andrea Urbani. Lenta ma inesorabile, la giustizia ordinaria, almeno in materia di diritto alla salute, continua a dimostrarsi l’alleato più affidabile delle popolazioni di Trebisacce e dell’Alto Jonio le quali, avendo finora sperimentato la poca affidabilità delle istituzioni preposte in merito alla ventilata riapertura del proprio Ospedale ormai non credono più alla politica ed ai suoi rappresentanti che si sono succeduti nel tempo, siano essi di sinistra, di destra e di centro. Tornando a pronunciarsi nel merito attraverso l’ultima Ordinanza datata 4 aprile 2023 la Terza Sezione del Consiglio di Stato ha fatto una dettagliata e minuziosa ricognizione della triste storia giudiziaria vissuta finora dal “Chidichimo” a partire dal primo Ricorso presentato dal Comune di Trebisacce tramite l’Avv. Giuseppe Mormandi avverso al Decreto n. 18 dell’ottobre 2010 con cui l’allora Commissario ad Acta Scopelliti ha chiuso il “Chidichimo” e ne ha disposto la riconversione da Ospedale a CAPT (centro di assistenza primaria territoriale), trasformando il Pronto Soccorso in PPI (punto di primo intervento) e interrompendo l’attività cardiologica. Da allora il Comune, sempre per il tramite dell’avvocato trebisaccese Giuseppe Mormandi, non ha mai smesso di incalzare il supremo organismo della Magistratura Ordinaria riuscendo ad ottenere la nomina di diversi Commissari ad Acta, tutti diffidati dai Giudici ad adottare i poteri sostitutivi della politica e del suo management per realizzare concretamente la riapertura del “Chidichimo”. Così, a partire dal 2015 e per ciascuno degli anni successivi, il Consiglio di Stato ha adottato ben 3 Ordinanze, tutte finora disattese che, riconoscendo le gravi criticità denunciate dal legale rappresentante del Comune, ordinavano la riapertura del “Chidichimo” ed il ripristino delle condizioni minime di assistenza sanitaria per le popolazioni locali.
Per rendere più semplice ed efficace l’attività dei vari Commissari va, per la cronaca, ricordato che il Consiglio di Stato a un certo punto ha individuato quale Commissario plenipotenziario il Dr. Andrea Urbani nella veste di Direttore Generale del Ministero della Salute affidandogli anche l’incarico di impegnare, attraverso un provvedimento unilaterale, le risorse necessarie per il ripristino delle sale operatorie. E’ successo però che per motivi personali il Dr. Urbani si è dimesso da quell’importante ruolo ed è stato allora che i Giudici, in data 4 ottobre 2021, al posto del Dr. Urbani, hanno nominato Commissario ad Acta la Dr.ssa Dora Di Francesco, componente dell’Unità di Missione per l’attuazione degli interventi legati al PNRR. Quest’ultima, così come avevano fatto i suoi predecessori, per conoscere meglio la realtà, in data 3 marzo 2023 ha fatto visita al “Chidichimo” insieme al sindaco Aurelio il quale, ad onor del vero, fin dal primo giorno del suo insediamento, si è fatto carico dell’urgenza di questo ormai annoso problema, confortato peraltro, dalle rassicurazioni del Presidente Occhiuto il quale, di recente, ha parlato addirittura della possibilità che vengano aperti due presidi sanitari, uno “per acuti” e uno “di comunità”. Tornando al deliberato dell’ultima Ordinanza, i Giudici della Suprema Corte, hanno preso atto “dell’immobilismo precedente” e nell’ultima Ordinanza hanno parlato di un deciso “cambio di passo” giustificato, del resto, dagli interventi tuttora in corso finalizzati a sperimentare la tenuta statica e anti-sismica dell’edificio ed hanno definito “pro-attivo” il nuovo Commissario ad Acta, ma ricordando “che risultano – hanno scritto i Giudici – ancora molteplici gli interventi da attuare, a cominciare dal ripristino del Blocco Operatorio”. Passaggio dirimente, questo, perché senza Sala Operatoria un presidio sanitario non si può considerare un Ospedale. Sarebbe dunque cosa buona e giusta se il Presidente Occhiuto, oggi anche nelle vesti di Commissario ad Acta per il rientro dal debito sanitario, desse un segnale forte facendo partire i lavori di ripristino della Sala Operatoria per la quale, oltre al progetto redatto dall’Ing. Vincenzo Ventimiglia, pare siano state già impegnate le risorse necessarie.