“Ogni riferimento non è casuale”. Storie, di me, di te, di noi e delle altre
di Federica Grisolia – Racconti che diventano percorsi di vita. Storie che non sono solo storie ma hanno radici nel passato e diventano gioie, dolori e tormento. “Ogni riferimento non è casuale”, la nuova opera targata Aletti editore per la collana “I Diamanti della Narrativa”, non riguarda un singolo individuo, un nome o un cognome, ma percorre la vita di tutti. Parla di ogni persona che ha anche solo, lievemente, sfiorato questo suolo, il verde delle foglie e l’azzurro delle onde. L’autrice, Lina Porta, psicologa, psicoterapeuta e mediatrice familiare che vive a Morbegno, una piccola cittadina in provincia di Sondrio, porta nero su bianco «storie, di me, di te, di noi e delle altre. Ogni riferimento è vita, dolore, gioia e tormento». Così il tratteggio, può diventare incredibilmente reale e può capitare che qualcuno o qualcuna si riconosca in un pezzo di storia o della storia. E allora è qui che ogni riferimento può divenire non casuale.
«Il titolo – spiega l’autrice – si riferisce a quanto scritto nell’introduzione ovvero le storie narrate, non si riferiscono a faccende che riguardano persone specifiche. Percorrono i sentieri di tutte e di tutti, cercano le intersezioni, le oasi e i buchi neri. Spesso le storie si soffermano su un istmo, narrano di violenza, di abuso e di morte emotiva». L’opera si caratterizza per un alternarsi di racconti e poesie. «Ogni volta che scrivevo un racconto, sentivo la necessità di trovare la sua sintesi: ecco perché la poesia che è, da sempre, lo strumento di comunicazione che prediligo». Nella narrazione è difficile tracciare un solco definito fra verità e fantasia. «Ci sono frammenti di memoria – svela la scrittrice – di storia familiare, di storie che hanno incrociato la mia strada, di racconti che ho raccolto e poi modificato. Sicuramente non sono fedeli alla realtà di nessuna e nessuno; eppure, possono conservare degli echi in cui tutte e tutti potrebbero rispecchiarsi. Perché sono racconti che parlano di persone, di vita e di morte, cioè di contenuti che potremmo vivere o sfiorare tutti i giorni». In questo peregrinare di racconti, storie ed emozioni, l’autrice non può che guardare alla vita con gli occhi della poesia e della psicologia. «La poesia e la scrittura mi hanno sempre aiutata nel ricomporre il tutto. Per dare senso e significato alle cose e agli eventi. Per soffermarsi e non passare oltre. Da sempre consiglio ai miei pazienti di utilizzare la narrazione scritta come mezzo anche terapeutico, come percorso di autoconsapevolezza».
Prima di essere scrittrice, Lina Porta è una lettrice “verace” ed ecclettica, che non riesce proprio ad immaginare un mondo senza la parola scritta. «Quando mi appassiono di uno scrittore o di un ambito letterario, lo approfondisco. Sono appassionata di storia e di tutti i romanzi che hanno come rimando il contesto sociopolitico di riferimento. Tre romanzi italiani di formazione? La storia di Elsa Morante, Lo scialo di Vasco Pratolini, La coscienza di Zeno di Italo Svevo». E la necessità di soffermarsi su di sé e sugli altri è il messaggio che l’autrice vuole lasciare ai suoi lettori. «Mai passare oltre senza aver compreso cosa sta succedendo, cosa ci sta succedendo. L’importanza della storia, la piccola e la grande storia, l’importanza di sentirsi parte e mai ai margini».