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Castrovillari. Si rivive la storia della “pastasciutta antifascista” dei fratelli Cervi

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E’ solo immaginabile la gioia della famiglia Cervi quando, la sera del 25 luglio 1943, al ritorno dai campi, scoprono che il dittatore Mussolini è stato deposto, arrestato e confinato in Abruzzo. Ancora oggi, dopo 80 anni, è tempo di festeggiare la caduta del regime fascista e la fine della fame che questo aveva regalato a tutto il paese per 20 lunghissimi anni; è tempo di festeggiare il ricordo dei fratelli Cervi, la loro generosità, la memoria partigiana, l’antifascismo, la democrazia e la pace, valori su cui si fonda la Repubblica italiana e sanciti dalla Costituzione. Con il patrocinio dell’Amministrazione comunale della città di Castrovillari, la CGIL Pollino Sibaritide Tirreno, la sezione ANPI “Castriota-Magnelli” di Castrovillari, lo SPI CGIL e l’AUSER comprensoriali hanno organizzato l’iniziativa che si è tenuta presso il giardino del centro anziani “Varcasia”. La presidente della sezione ANPI, Ivana Grisolia, nel ringraziare a nome di tutti gli organizzatori i numerosi presenti per la partecipazione, ha ricordato che associazioni e sindacato «sono chiamati, oggi più che mai, a essere avanguardia nella promozione di cultura antifascista, nella difesa della nostra Costituzione da alcuni anni oggetto di tentativi di manipolazione. La sfida politica è alta e non possiamo sottrarci dall’essere protagoniste e protagonisti». Inoltre, alla presenza dei familiari visibilmente commossi, si è riportato il ricordo dell’impegno e della passione antifascista di due castrovillaresi recentemente scomparsi, Ugo De Cristofaro e Franco Castriota.

Inoltre, «proprio come stiamo facendo noi stasera, i fratelli Cervi decisero di dare una festa e cucinare e servire pasta per festeggiare l’essere antifascisti», ha riportato Francesca Marino, già responsabile delle politiche della comunicazione per la CGIL comprensoriale e vice presidente sezione provinciale ANPI di Cosenza “Paolo Cappello”. Nel suo contributo alla serata, ha tracciato la genesi della pastasciutta dei Cervi che, cucinata a Gattatico, trasportata e servita a Campegine su un carretto seguito da contadine e contadini affamati, ma festanti, ha decisamente rappresentato «il più bel funerale del fascismo» per come dirà Alcide Cervi nel suo libro I miei sette figli.

Nel ricordo del sacrificio dei sette fratelli Cervi Gelindo, Antenore, Aldo, Ferdinando, Agostino, Ovidio ed Ettore trucidati dai fascisti, ciò che più conta è il rinnovarsi della memoria nella celebrazione della comunità, della solidarietà e della fratellanza. La seconda edizione castrovillarese della pastasciutta antifascista organizzata da ANPI “Castriota-Magnelli”, CGIL, SPI CGIL ed AUSER Pollino Sibaritide Tirreno è stata la festa del piacere di ritrovarsi insieme di una comunità per testimoniare il radicamento popolare del valore dell’antifascismo, architrave della nostra Costituzione.

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