di Federica Grisolia – E’ una creatura cresciuta, quella di cui si parla nel libro di Nancy Calì dal titolo “35…e li dimostro!”. Una passione diventata mestiere, che si interseca con la scrittura fino a fondersi in un legame imprescindibile. L’autrice, nata in Sicilia, alle pendici dell’Etna ma che vive a Udine, appartenente alla community targata Aletti editore, è fondatrice di una radio, ed ecco che quella creatura, la radio, diventa protagonista del libro pubblicato nella collana “Gli Emersi della Narrativa”. «Due anni fa – racconta Nancy Calì, editore radiofonico – ricorreva il 35esimo anniversario della mia radio e già da un bel po’ pensavo a un album fotografico che la raccontasse, da regalare ai collaboratori vecchi e nuovi in una festa che avrei organizzato per l’occasione. Ero partita dalla prima foto che mi ritrae dietro gli impianti di trasmissione e cercando le altre, mettendole in successione, mi sono resa conto dei cambiamenti, anche radicali, che ho dovuto apportare alla mia attività in questi lunghi e veloci 35 anni, quindi impossibile limitarmi alla didascalia sotto a ogni foto, dovevo per forza almeno accennare al motivo del cambiamento tra un gruppo di foto e l’altro che “dimostrano” questa avventura». Un’avventura fatta di soddisfazioni, ma anche di difficoltà e scontri dovuti al fatto di essere tanto giovane e, per di più, donna, «quindi – precisa l’autrice del libro – soggetto facile da mettere al tappeto, a parere di coloro che io chiamo squali. Ma mentre questi squali via via sono spariti, io sono ancora qui».
«Mi si chiede ancora oggi perché ho “fatto” la Radio, non essendo né speaker né deejay e che mai ho avuto intenzione di esserlo per timidezza». Ecco, questo libro è una risposta. Da Radio Time a Radio Gioconda, una storia raccontata con immagini fotografiche a supporto delle parole. Certo, a grandi linee. Servirebbero molte più pagine per descrivere i tantissimi momenti duri e quelli, ancora più numerosi, entusiasmanti, e per includere tutte le persone che via via vi hanno fatto parte, per brevi o lunghi periodi e che hanno contributo a poter percorrere questo viaggio. Il tutto contornato da esperienze personali che hanno arricchito questo bagaglio di vita. La scrittura e la radio. Due metodi per comunicare ma, soprattutto, due modi di esprimere emozioni e stati d’animo che si sono evoluti e trasformati nel tempo. Un cuore, quello di Nancy, che batte in egual misura per entrambe. «Come racconto nel libro, la scrittura e la radio sono da sempre le mie passioni che di volta in volta si sono fuse assieme fino a diventare indistricabili. Naturalmente, da piccola il sogno era quello dello scrittore, mentre quello di fare radio era inconcepibile allora, almeno per me, nata in un paesino di montagna in cui l’apparecchio radiofonico, tra la gente comune, l’aveva solo mio padre. Poi, con l’avvento delle radio libere, non ho avuto neanche il tempo di sognare, ci sono entrata subito e scrivendo: programmi, slogan, pubblicità, titoli di programmi ed eventi. Persino novelle radiofoniche, che sono ancora nel cassetto assieme a prime stesure di vari romanzi».
Ogni episodio di vita vissuta è raccontato come un quadro, con la sua luce e le sue ombre, le difficoltà e le gioie. «La vita di ciascuno di noi è un’opera d’arte – afferma l’autrice – a volte ben riuscita, altre meno, dipende dalle complicazioni che andiamo incontrando e se, e come, le superiamo». E in questo, la scrittura, i libri, le poesie, ma anche le canzoni, possono rappresentare motivo di sprone o di conforto. E possono essere risposte. «Sono tante le domande di vita che ci assillano – rivela l’autrice -, soprattutto quando soffriamo e ho trovato modo di “guarire” grazie ad alcune opere. Quello che spero di comunicare in questo sintetico racconto della mia sonora avventura è di credere nei propri sogni e perseguirli, accettando ogni sfida e senza mai serbare rancore, anzi, continuando ad amare anche chi ti ha deluso e ferito, perché proprio loro ti hanno reso più forte». Questo è il messaggio che la scrittrice vuole lasciare ai suoi lettori, così come ha avuto dal padre ormai gravemente malato, in regalo e come unica eredità, una radio. Proprio quella radio sistemata in un angolo della casa paterna e poi caricata in macchina e portata via, che già aveva cambiato la sua vita e realizzato un sogno.