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Nubi sull’Estate di Oriolo. «Mortificata la nostra storia. Non basta qualche spettacolo»

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di Vincenzo La Camera – Terminata l’estate, ecco che l’agenda di diversi comuni dell’Alto Jonio cosentino si riempie di argomenti da campagna elettorale anticipata. Ad Oriolo, alle urne nella prossima primavera, si scaldano i motori e fanno capolino sulla scena politico-amministrativa di nuovi gruppi di opposizione extra consiliare e cioè “Patto di Cittadinanza per Oriolo” e “Impegno Riformatore”. La prima analisi è sul cartellone estivo proposto e promosso dall’Amministrazione Comunale guidata dal sindaco Simona Colotta. I due nuovi gruppi ritengono che il paese di Oriolo ne esca ridimensionato e mortificato. Questo perché, a loro dire, al di là delle considerazioni sugli eventi, che possono risultare graditi o meno, è mancato quel filo conduttore culturale e quel legame tra gli appuntamenti previsti e la storia del borgo dell’Alto Jonio. «I tanti spazi del “Polo Culturale e Museale” dimenticati – scrivono in una nota stampa -. Palazzo Giannettasio chiuso e fuori dal cartellone degli eventi, così come la biblioteca e ancora Il “Teatro Valle”, il piccolo teatro di Porta San Giacomo, la “Casa delle Arti e delle Idee”, le “Gallerie d’arte”. Lo stesso castello non ha brillato. Non parliamo del convento di San Francesco, abbandonato a se stesso, tra rovi e plastica, con i suoi affreschi del ‘500 messi a rischio (nella foto sotto). L’unico spazio usato è stato il teatro “La Portella”, frutto di sogni di cittadini e progetti di amministrazioni che man mano sono diventati contenitori di arte, di storia e di cultura».

Che fine ha fatto l’Oriolo dei “Borghi più belli d’Italia”? della “Bandiera Arancione Touring Club”? Che fine ha fatto Oriolo “Borgo del Mediterraneo” oppure Oriolo della sacra reliquia dell’alluce di San Francesco? Si chiedono i due gruppi oppositori della sindaca Colotta. Da quanto scrivono, la goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso è stata individuata nell’ultima tappa del cartellone, qualche sera fa, in occasione di “Miss Italia Calabria”, dove le notizie su Oriolo fornite nel corso dell’evento «sono risultate incapaci di disegnare il quadro che meritava, oltre ad essere fuorvianti». Nello specifico, ricordano cosa è stato riferito dal palcoscenico: «Se volete venire qui, io lo consiglio, da visitare la chiesa di San Giorgio, l’ex monastero francescano, il palazzo Santo Stefano e il castello”. «I consigli  ci hanno lasciato  a bocca aperti.  I conti proprio non tornano, anche perché Palazzo Santo Stefano è privato e non ci risulta aperto e visitabile, il convento è lasciato a un crudele destino, anzi, lo stato di desolazione e di abbandono fanno stringere il cuore, mentre saltati a piè pari musei e palazzi e altre specificità (natura, artigianato, prodotti tipici, beni culturali, arte) che ci hanno resi famosi in tutta Italia». Subito dopo, nella medesima serata, arriva la carrellata di riconoscimenti, riferiscono dai gruppi esterni di opposizione: «Borgo più Bello d’Italia, Bandiera Arancione, Borgo del Mediterraneo, senza sottolineare che questi riconoscimenti e tanto altro ancora, sono frutto dell’impegno di donne e di uomini che hanno creduto nella rinascita di Oriolo dopo la frana del 1973, dicendo no al trasferimento».

In buona sostanza “Patto di Cittadinanza per Oriolo” e “Impegno Riformatore” rimproverano all’Amministrazione Colotta di aver realizzato certamente qualche spettacolo, ma avulso dalla gloriosa storia del paese; quando in estate, sfruttando la presenza di numerosi turisti e visitatori anche dei paesi viciniori, sarebbe il caso di programmare eventi in grado di veicolare meglio l’identità di un borgo. Soltanto in questo modo si possono costruire percorsi turistici cristallizzati e quindi in grado di offrire una vera ricaduta sociale ed economica per i residenti. «In poche parole, quest’estate è andato in scena, si, qualche spettacolo, ma allo stesso tempo ci si è dimenticati di tutto il resto. Ne hanno pagato le spese i sacrifici delle nostre nonne, delle nostre mamme, dei nostri padri. Nell’ombra e nel buio – concludono – sono stati lasciati secoli di storia e tesori unici.  Per noi, ma per tutte le persone di buon senso, è andato in scena davvero un pessimo spettacolo, considerato che la vera anima della nostra Oriolo è stata svilita, svenduta e mortificata».

 

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