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Trebisacce. In Consiglio Comunale da separati in casa. Ma dagli ex assessori nessuno strappo istituzionale

Trebisacce. In Consiglio Comunale da separati in casa. Ma dagli ex assessori nessuno strappo istituzionale
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«Nella seduta del Consiglio Comunale del 2 ottobre scorso si è consumata una pagina triste della storia politica della città di Trebisacce. Dopo aver tentato inutilmente il confronto e il dialogo collegiale, alla presenza di tutta la maggioranza, abbiamo dovuto – a malincuore – rappresentare all’assise consiliare e a tutti i cittadini intervenuti la verità sulla situazione di crisi interna all’Amministrazione Comunale. Nel corso della seduta consiliare, il sindaco non ha esposto alcun valido motivo sulle defenestrazioni, nascondendosi dietro formule stereotipate e limitandosi a rivendicare il suo potere formale di nominare e revocare gli assessori. In merito allo sbandierato senso di responsabilità, il primo cittadino ha anche affermato, con convinzione, che dovremmo avere il coraggio di andare da un notaio per far sciogliere il consiglio, affinché lui possa ricandidarsi e “stravincere” nuovamente le elezioni». E’ quanto dichiarano in una nota congiunta gli ormai ex assessori, oggi consiglieri rimasti in maggioranza, Claudio Roseto e Daniela Nigro assieme alla consigliera di maggioranza Carlotta Andriolo e al presidente del Consiglio Comunale, Salvatore Carlomagno.

«“Io vengo qui per guadagnarmi la pagnotta”: questa dichiarazione del sindaco Alex Aurelio racchiude e descrive lo sconforto e la delusione politica nei suoi confronti. Ed è stata evidente la sua mancanza di cognizione delle dinamiche e degli equilibri tra organi istituzionali. Siamo convinti che il sindaco, nel rispetto delle regole democratiche, non possa amministrare da solo la città di Trebisacce. Da parte nostra, abbiamo già impedito l’assunzione di ulteriori aggravi di spesa per le casse comunali, votando contro, unitamente ai gruppi consiliari di minoranza, alla proposta consiliare di approvazione del bilancio consolidato. Per sgomberare il campo da equivoci, intendiamo ribadire – con chiarezza e convinzione – che non intendiamo ottenere alcuna poltrona e non accetteremo mai nessuna delega dal Primo Cittadino, perché per noi la politica è unicamente servizio alla comunità. Siamo noi, quindi, che facciamo appello ad una concreta responsabilità e, per tale ragione, daremo seguito a quanto dichiarato in sede consiliare e indicheremo – analiticamente – i nostri obiettivi da realizzare solo per il bene di Trebisacce», continuano i quattro amministratori comunali, ormai separati in casa.

«D’altronde – conclude la nota stampa –  non si comprende quali siano le proposte responsabili del sindaco, se non quelle – pubblicamente espresse in consiglio – di invitarci ad andare da un notaio, oppure di assecondare, supinamente e incondizionatamente, le sue pericolose derive autoritarie, frutto di una erronea interpretazione delle regole democratiche. Continueremo a svolgere, con impegno e abnegazione, il nostro ruolo di consiglieri comunali – con atteggiamento propositivo e spirito costruttivo – facendo emergere la centralità dell’assise consiliare, quale organo di indirizzo politico-amministrativo, composto da persone democraticamente elette dai cittadini, chiamate ad assumersi le proprie responsabilità verso la propria comunità».

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