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Rossano. L’omaggio al compatrono San Bartolomeo. In scena alcuni episodi di vita

di Antonio Le Fosse – Cittadini e fedeli hanno partecipato ai festeggiamenti religiosi in onore di San Bartolomeo (compatrono di Rossano) nei giorni 11 e 12 novembre 2023. Sabato 11 novembre, alle ore 16:30, si è dato vita alla tradizionale Processione del simulacro di San Bartolomeo per le vie del popoloso quartiere “Traforo” e “Pigna” con tappa sia alla Comunità per anziani “San Benigno” di Arturo Grillo che alla Comunità “Teniamoci Stretti” di Sapia-Uva. Al termine della Processione, poi, ci sono stati i fuochi pirotecnici dinanzi al piazzale della chiesa offerti da Maria Acri ed Antonietta Sprovieri. L’Associazione “Sosteniamo”, invece, ha preparato un ricco buffet di dolci, oltre ad una mega torta in cui sopra vi era l’immagine di San Bartolomeo, offerto a tutti. La serata è stata animata, per l’occasione, da musiche e canzoni a cura di Carmelo Caruso. Domenica 12 novembre, alle ore 10:30, c’è stata la Santa Messa celebrata da S.E. Mons. Maurizio Aloise (Arcivescovo della Diocesi di Rossano-Cariati) il quale, nel corso dell’omelia, si è soffermato sulla figura di San Bartolomeo che nacque a Rossano nel 980 circa da una nobile famiglia discendente da Costantinopoli. Venne battezzato con il nome di Basilio, manifestando, sin da piccolo, molto interesse per la vita religiosa.

CHI ERA SAN BARTOLOMEO – A sette anni venne affidato dai genitori ai monaci del monastero di San Giovanni Calibita di Caloveto dove ricevette un’istruzione così profonda da superare i colleghi. Dopo cinque anni si recò a Vallelucio, presso Montecassino, dove in quel monastero vi era San Nilo, dal quale non si allontanò più. Nel 994 lo seguì a Serperi (Gaeta) dimorandovi per dieci anni e osservando digiuni e astinenze. Bartolomeo, dopo la morte di San Nilo avvenuta nel 1004 a Grottaferrata, dove entrambi si erano stabiliti, fece costruire il Monastero. Bartolomeo morì forse nel 1055 in cui venne sepolto accanto a San Nilo nella cappella a loro intitolata nel Monastero laziale. I loro resti rimasero a Grottaferrata fino al 1300, dopo questa data è scomparsa ogni traccia delle loro reliquie. Bartolomeo, copista di molti codici, è considerato il più grande innografo del secolo XI°. Fra le sue opere, cui si ispirarono anche gli altri scrittori del secolo successivo, ricordiamo il “Typicon”, codice liturgico-disciplinare per il Monastero, ma quella che è definita come la principale è la biografia di San Nilo. Tutta la sua produzione letteraria in manoscritti è tuttora raccolta a Gottaferrata. Nella biografia del Santo, si narra anche un miracolo che sottolinea il suo amore per i poveri, accaduto pochi anni dopo la morte. Il protagonista di questo evento è un monaco di nome Franco, il quale in fin di vita ed incapace di parlare, guarisce miracolosamente. Costui raccontò ai confratelli ormai pronti per la sepoltura che, nel sonno, aveva visto due colombe, una bianca e una nera, avvicinarsi a lui e guidarlo in un campo pieno di luce in cui vi era Bartolomeo con una moltitudine di poveri. A tutti diede del pane, entrando poi in un bellissimo palazzo nel quale vi era una donna di irripetibile bellezza, cioè la Vergine Maria. Qui Bartolomeo rivolgendosi al monaco Franco lo consiglia di ricordare ai rimanenti monaci di Grottaferrata di essere misericordiosi nei confronti dei poveri.

La festa di San Bartolomeo è celebrata a Rossano e Grottaferrata l’11 novembre. Nel 1858 venne estesa a tutta la Calabria. Pio XII° nel nono centenario della morte di Bartolomeo, in un messaggio inviato all’abate di Grottaferrata, definiva San Bartolomeo “luminare della Chiesa ed ornamento della sede apostolica”. In serata (alle ore 18:00), invece, si è dato vita, in chiesa, alla drammatizzazione di alcuni episodi della vita di San Bartolomeo a cura del comitato parrocchiale. Questo il cast: Orlando Gian Marco (Bartolomeo Adulto), Scura Kevin Francesco (Basilio infante), Curia Vincenzo (Basilio ragazzino), Caruso Anna (Madre), Romano Pasquale (Padre), Librandi Vincenzo (San Nilo), Converso Maria Vittoria (Madonna), Pisano Luigi (Nobile Signore), Cavallo Salvatore ( Giovanni Filagato), Paludi Salvatore (Ottone III°), Caruso Gennaro (Gregorio V° e Benedetto IX°). Monaci: Curia Asia, Romano Pio Antonio, Romano Alessia, Caruso Mariapia. Bambini: Converso Antonio Scura Luigi, Rugna Sapia Luigi. Concubine: Romano Rossella e Romano Marilù. Narratori: Maria Teresa Berardi e Rugna Sapia Antonio. Regia di Mariapina Belcastro. Scenografia a cura del Prof. Nicola Nastasi. Si ringraziano per la fattiva e preziosa collaborazione: Campana Bina, Caputo Caterina, Greco Maria Teresa, Mercogliano Giampiero, Pacenza Fortunato, Aprigliano Maria Antonietta, Abenante Franco. Il parroco don Franco Romano, a conclusione della rappresentazione, ha voluto ringraziare tutti i presenti e quanti si sono adoperati per la buona riuscita della festa.

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