“Buone pratiche per il contrasto alla violenza di genere”. E’ questo il tema del convegno tenutosi ieri (giovedì 23 novembre), nella sala consiliare del Comune di Amendolara, organizzato dal “Coordinamento Elette dei Comuni dell’Alto Jonio”, nato lo scorso anno, per volontà di Maria Rita Acciardi, già sindaca di Amendolara e attualmente consigliera comunale, nonché referente del coordinamento, che vede insieme tante amministratrici comunali e rappresenta una voce unanime contro la violenza sulle donne ma anche contro ogni forma di sopruso e violazione dei diritti. All’incontro, moderato dalla giornalista Federica Grisolia, hanno partecipato Chiara Gravina, avvocata del Centro Antiviolenza “Roberta Lanzino”, e la professoressa Giovanna Vingelli, ricercatrice di Sociologia all’Università della Calabria e direttrice del Centro di Women’s Studies “Milly Villa”, che ha tra le sue finalità la promozione della ricerca nel campo degli studi di genere. A portare i saluti istituzionali, Paola Murgieri, assessore alle Pari Opportunità del Comune di Amendolara, mentre ha introdotto sulla tematica, l’architetto Maria Rita Acciardi, la quale si è soffermata sull’importanza di considerare la lotta alla violenza sulle donne una battaglia civile, di tutti, a tutela dei diritti umani. Per questo motivo, serve una rivoluzione culturale.
Le voci unanimi del dibattito si sono concentrate sul tassello importante della prevenzione, l’unico modo per poter estirpare il fenomeno della violenza dalla radice. Che significa fare in modo di fermarla prima che accada, promuovendo una diffusa cultura del rispetto nei confronti delle donne, ma in generale dell’altro, e uno sforzo maggiore di consapevolezza, a partire da coloro che, ai diversi livelli di responsabilità, operano nelle istituzioni. Da qui, l’importanza di fare rete sul territorio tra i Comuni (servizi sociali), le Forze dell’Ordine, e tutti coloro che, a vario titolo, agiscono nella politica, in ambito giuridico, educativo, scolastico, e nel sociale. E proprio di questo ha parlato la professoressa Vingelli, la quale ha sottolineato la lotta continua contro gli stereotipi a cui sono, spesso, costrette le donne e che «fare rete significa mettere insieme competenze. La rete lavora per obiettivi comuni e rappresenta il punto d’inizio, un progetto condiviso, che utilizza un linguaggio comune. Servono maggiore consapevolezza, nonché risorse umane ed economiche». A soffermarsi sull’importanza della formazione e sul lavoro costante svolto dalle operatrici dei Centri Antiviolenza, l’avvocata Gravina, rappresentante del Centro Antiviolenza “Roberta Lanzino”, con sede a Cosenza, che da anni opera sul territorio al fianco di donne che subiscono maltrattamenti in famiglia e violenze. Il Centro rientra nella rete “D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza”. «E’ fondamentale che le donne vittime di violenza parlino e denuncino, ma – ha affermato l’avvocata, che fronteggia quotidianamente situazioni del genere – non sempre è così facile e scontato. Bisogna creare le condizioni affinché le vittime possano aprirsi e si sentano tutelate e accolte».
(foto di Mimmo Valicenti)