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Trebisacce. Sit-in davanti all’ex ospedale. Ma i cittadini ormai sembrano scoraggiati

Trebisacce. Sit-in davanti all’ex ospedale. Ma i cittadini ormai sembrano scoraggiati
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di Pino La Rocca – “Riapriamo l’Ospedale! Il tempo delle parole è scaduto da tempo. A Trebisacce e nell’Alto Jonio non si può continuare a morire di malasanità. D’ora in avanti non ci fermeremo più e ci batteremo, partendo da Sinistra ma alimentando la speranza di incontrare trasversalmente e senza magliette di appartenenza politica, la partecipazione e l’amore delle nostre popolazioni per il vasto territorio che inizia a Trebisacce e finisce a Nocara”. E’ con queste parole che il prof. Pasquale Corbo, portavoce del laboratorio politico “Sinistra al Quadrato”, ha commentato, il primo sit-in, con raccolta-firme, svoltosi ieri mattina alle ore 11.00 presso il cancello d’entrata al “Chidichimo” promosso dal suddetto movimento politico in collaborazione con il “Comitato Civico pro-Ospedale” che ha come portavoce l’operatore sanitario Giuseppe Mangone. Certo sono lontani i tempi in cui la popolazione locale partecipava in massa alle manifestazioni trascinata dai sindaci del Comprensorio che oggi si sono dimostrati ancora una volta i grandi assenti e saliva sulle barricate, occupando le strade e incorrendo anche in rischi penali per rivendicare con forza il diritto alla salute e il rifiuto di essere trattati alla stregua di cittadini di serie B. Il problema, a distanza di tanti anni, è sempre lo stesso: ma la gente, specie quando la cronaca si occupa di casi di pazienti deceduti per strada o nelle ambulanze alla ricerca di un porto sicuro in cui essere ricoverati e assistiti, non si sente sicura e pur continuando a reclamare il sacrosanto diritto negato, non partecipa più perché è scoraggiata, è mortificata e non crede più a nessuno. E tanto meno crede ai politici di turno, di destra e di sinistra,  che finora si sono fatti beffa anche delle sentenze dei giudici e si sono dimostrati nel corso degli anni dei falsi profeti, capaci solo di chiedere il voto e di dimenticarsene il giorno dopo.

Questa iniziativa, come hanno ricordato sia Pasquale Corbo che Giuseppe Mangone, parte dal basso e conta di riscontrare il sostegno di tutti, a prescindere dall’appartenenza politica: “Dopo otto anni dal disposto del Consiglio di Stato di riaprire per davvero l’Ospedale di Trebisacce come Ospedale Generale e non come “Ospedale di zona disagiata” – hanno dichiarato all’unisono Corbo e Mangone – alla nostra gente non viene garantita neanche l’emergenza-urgenza fatta di cose essenziali: Pronto Soccorso presenziati da infermieri e medici-specialisti, dotati di ambulanze nuove, ben attrezzate e soprattutto medicalizzate per scongiurare la drammatica e ricorrente conseguenza di assoggettare i pazienti acuti a morire per strada alla ricerca di un ricovero. Per rivendicare questo sacrosanto diritto – ha ribadito il Prof. Pasquale Corbo – chiediamo a tutto il territorio di sostenere la nostra battaglia, di scendere in piazza e di urlare il nostro diritto alla salute: semplici cittadini, studenti, soggetti politici, associazioni, sindacati, personale sanitario, sono tutti chiamati ad alzare la voce e a dare un senso concreto allo sdegno generale per questa autentica vergogna di Stato. Da parte nostra – hanno concluso sia Pasquale Corbo che Giuseppe Mangone – c’è la ferma volontà di non arrenderci e di non fermarci qui e contiamo perciò di incontrare l’attenzione e il sostegno delle nostre popolazioni che devono recuperare la voglia e la forza di lottare per il sacrosanto diritto alla salute”.

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