di Pino La Rocca – Cambio di rotta al Comune di Villapiana, a pochi mesi dalle nuove elezioni Amministrative: sette consiglieri, 3 di Maggioranza (Graziella Grillo, Luigi Lo Giudice e Giuseppe Tiripicchio) e 4 di Opposizione (Domenico Filardi, Michele Grande, M. Rosaria La Vitola e Giuseppe Cosimo Zito), adottando la stessa strategia utilizzata a Trebisacce nei confronti dell’ex sindaco Alex Aurelio, si sono coalizzati e, dopo aver presentato nei giorni scorsi una mozione di sfiducia al sindaco Paolo Montalti, nella mattinata di oggi 30 gennaio 2023, l’hanno coerentemente approvata in Consiglio Comunale aprendo così la strada alla crisi e al commissariamento del Comune. Sciolto di conseguenza il Consiglio Comunale a circa 5 mesi dalla scadenza naturale della consiliatura e via libera ad una campagna elettorale che si annuncia fin da oggi infuocata e carica di tensioni anche perché alla stessa campagna elettorale potrà partecipare e ricandidarsi, cosa che ha già preannunciato, lo stesso primo cittadino Paolo Montalti per effetto della variazione introdotta da un recente Decreto-Legge approvato dal Governo che, di fatto, elimina ogni vincolo di mandato per i Comuni inferiori a 5mila abitanti consentendo ai sindaci di diventare “sindaci a vita” e che dà via libera per il terzo mandato ai sindaci dei comuni che hanno una popolazione compresa tra 5mila e 15 abitanti tra cui, appunto Villapiana che conta 5.493 abitanti.
Attraverso una nota–stampa eleborata e condivisa, i 7 consiglieri firmatari della mozione di sfiducia hanno spiegato ai cittadini, ritenuti “i primi destinatari dell’azione amministrativa”, le ragioni di una scelta che, seppure adottata con sofferenza, si è resa indispensabile per il venir meno di 3 consiglieri (Grillo, Lo Giudice e Tiripicchio) i quali, seppure in tempi diversi, prendendo le distanze dai metodi e dai contenuti dell’attività amministrativa, hanno azzoppato l’esecutivo ritenuto “non più in grado di esprimere una Maggioranza solida e coesa e in grado di amministrare il Comune”. Secondo i firmatari della mozione di sfiducia, galateo istituzionale avrebbe voluto che il sindaco ne prendesse atto istituzionalizzando la crisi in seno al consiglio comunale e, chiamando ognuno alle proprie responsabilità, concordasse un accordo di programma di fine consiliatura al quale, secondo quanto scrivono i suddetti sette consiglieri, nessuno si sarebbe sottratto. “Il sindaco, invece – si legge testualmente nella nota-stampa – forte della sua esagerata autostima, ha fatto finta di niente…ignorando, per convenienza e per tatticismo, il mutamento dello scenario politico che si era venuto a determinare”.
Tra le scelte amministrative adottate dal sindaco in modo verticistico, unilaterale e ormai in piena campagna elettorale ritenute quindi dirimenti per i firmatari della mozione, viene contestato il Concorso per 2 posti a tempo indeterminato e full-time in 2 uffici-chiave del Comune, inoltre per altri n. 3 Concorsi per 5 nuove unità lavorative in seno alla BSV e, infine, la nomina, con Decreto Sindacale, dell’Amministratore Unico della stessa BSV, in spregio, sempre secondo i 7 firmatari, delle più elementari norme di correttezza politica. “Con tale scelta – si legge infine nelle motivazioni della sfiducia al Sindaco – si vuole chiudere una pagina politico-amministrativa deleteria per la nostra comunità e, contestualmente, si vuole scrivere una nuova pagina politica in cui ci sia dialogo e confronto e non ci sia più un uomo solo al comando…”.