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Trebisacce. Ospedale potrebbe riaprire ma come sede di Pronto Soccorso. E senza UTIC

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di Pino La Rocca – “In qualità di legale del Comune di Trebisacce continuerò a fare la sentinella affinchè vengano rispettate Sentenze e Ordinanze dei Giudici ma l’iter di riapertura del “Chidichimo”, grazie anche al ruolo svolto con autorevolezza e con coerenza dai Giudici del Consiglio di Stato, seppure con il grave ritardo accumulato a causa della pigrizia della politica e alla lentezza della burocrazia, è ormai entrata nella fase esecutiva e l’Ospedale sarà riaperto”.

Sono infatti stati finalmente appaltati i lavori di ripristino delle Sale Operatorie senza le quali un presidio sanitario, pur disponendo del codice ospedaliero, non si può considerare un Ospedale. Questa in estrema sintesi la conclusione a cui, carte alla mano, è arrivato l’Avv. Giuseppe Mormandi, originario di Trebisacce a cui i Sindaci che si sono succeduti nel corso degli anni (Mundo, Bianchi e Aurelio) hanno prima assegnato e poi confermato il mandato di patrocinare fino al Consiglio di Stato la causa del Comune per la riapertura del “Chidichimo”. L’occasione per tornare a parlare e a fare il punto su un tema così importante, vicariando per la verità quello che doveva fare la politica locale, l’ha fornita all’Avv.Mormandi il “Club per l’Unesco” di Trebisacce guidato dal giornalista Franco Maurella in un incontro svoltosi nella sala consiliare venerdì.

Nel suo intervento Mormandi, con in mano l’ultima Ordinanza del Consiglio di Stato emessa in data 16 febbraio 2024, ha fatto una minuziosa cronistoria di tutta la vicenda giudiziaria avviata circa 10 anni addietro (2015) contro l’allora Commissario ad Acta, contro il Ministero della Salute, contro l’Azienda Sanitaria e contro la Regione ed ha ricostruito passaggio per passaggio quanto hanno ribadito a più riprese i Giudici, cioè la riapertura del Chidichimo come Ospedale Generale nel rispetto delle disagiate condizioni territoriali in cui versa tutto il Comprensorio e della “golden hour” (il tempo massimo di intervento nell’emergenza sanitaria) e quanto invece non ha colpevolmente fatto la politica regionale (di ieri e di oggi) ed i vari Commissari ad Acta che sono stati via via individuati e incaricati dai Giudici e che, secondo il sentire comune, hanno sulla coscienza i non pochi decessi che sin dalla chiusura del “Chidichimo” (2010) si sono verificati per strada e nelle ambulanze alla ricerca di un ricovero.

LA CRONISTORIA DEI FATTI – Nell’ultima Ordinanza notificata al Comune e all’Avv. Mormandi il Consiglio di Stato (Presidente Raffaele Greco) ha ricostruito minuziosamente tutti i vari passaggi e tutte le prescrizioni ordinate ai suddetti Commissari per realizzare le condizioni della riapertura dell’Ospedale. E, una volta ordinato ai Commissari il da farsi, i Giudici, tallonati con caparbietà dal Legale del Comune non hanno mai abbassato la guardia chiedendo ai Commissari la rendicontazione di quanto di volta in volta veniva fatto, o non fatto. E, alla luce dei fatti quest’ultima Ordinanza risulta che il passaggio cruciale l’ha effettuato il Commissario ad Acta Andrea Urbani che, anche per il ruolo di Direttore Generale della Programmazione Sanitaria del Ministero della Salute, ha finalmente aperto i cordoni della borsa impegnando circa 3milioni di euro per rifare le Sale Operatorie. A questo punto però, correva l’anno 2021, il Dr. Urbani si è dimesso dal suo incarico ed il Comune di Trebsacce, sempre tramite l’Avv. Mormandi, nel 2022 ha chiesto la nomina di un nuovo Commissario ed i Giudici, preso atto che nel frattempo le cose erano peggiorate e risultava operante solo la Lungodegenza con 10 posti/letto, ha nominato quale nuova Commissaria ad Acta la Dr.ssa Dora Di Francesco Capo-Gabinetto del Ministero della Salute la quale, a seguito di apposito sopralluogo ha comunicato ai Giudici che l’Asp di Cosenza, “superando l’immobilismo precedente”, aveva affidato alla Defa SRL l’incarico di verificare, prima di mettere mano ai lavori, la tenuta sismica della struttura. Tutto questo è servito al Consiglio di Stato, rimasto comunque sempre vigile sulla questione, a prendere atto esserci stato “un deciso cambio di passo coinciso con l’insediamento del nuovo Commissario ad Acta che – secondo i Giudici – si è dimostrato subito pro-attivo e, pur essendo molti gli interventi da realizzare, si confida – sempre secondo la Terza Sezione del CdS – si possa realizzare uno standard sanitario soddisfacente, a cominciare dal blocco operatorio”.

Il 29 gennaio 2024, sempre secondo quanto si legge nell’ultima Ordinanza, la Centrale di Committenza di Invitalia su incarico della Dr.ssa Di Francesco che ha reso disponibile la somma di 2milioni357mila euro, ha avviato l’iter dei lavori per il ripristino del Blocco Operatorio e nel contempo l’Asp di Cosenza ha avviato l’appalto per l’adeguamento del Pronto Soccorso impegnando oltre 900mila euro di fondi prelevati dal PNRR. Nel frattempo però, secondo quanto la Dr.ssa Di Francesco ha comunicato ai Giudici, in base alle verifiche fatte eseguire dal Presidente Occhiuto in qualità di Commissario Straordinario per la Sanità sulla rete ospedaliera regionale il “Chidichimo” è stato riconfigurato (declassato?!) da Ospedale Generale come avevano sentenziato i Giudici, a “Ospedale sede di Pronto Soccorso” per cui, in forza della nuova configurazione, il Chidichimo, nonostante il dictat del giudici togati sarà riaperto come “Ospedale sede di Pronto Soccorso” senza un numero precisato di posti-letto e con i seguenti servizi: Chirurgia generale, Chirurgia day surgery multidisciplinare, Medicina generale, medica-Emodialisi, Medicina diagnostica e servizi Anestesia, laboratorio Analisi, servizio di Radiologia, servizio di Cardiologia, servizio di Oncologia, servizio di Gastroenerologia, post-acuzie Lungodegenti, supporto Farmacia, Direzione medica e supporto Emoteca.

Certo, è meglio di niente, ma balza subito agli occhi che manca l’UTIC (Unità Terapia Intensiva Cardiologica) il cui smantellamento avvenuto nel 2010 ha causato, come purtroppo racconta tristemente la storia locale, una serie di decessi provocati tutti da emergenze cardiologiche. Per quanto riguarda il personale (nota  assai dolente!), sempre secondo l’ultima Ordinanza emessa in data 15 febbraio 2024 e illustrata nei dettagli dall’Avv. Mormandi, l’Asp di Cosenza ha chiesto al Commissario ad Acta di quantificare il fabbisogno di personale aggiornato al 31 dicembre 2023. A fronte di questa situazione il Comune di Trebisacce, sempre per mano del suo Legale Avv. Mormandi, in data 9 febbraio 2024, ritenendo apprezzabile lo sforzo fin qui compiuto dalla Dr.ssa Di Francesco per l’effettiva esecuzione di quanto disposto dai Giudici, ha chiesto che la Dr.ssa Di Francesco tenga aggiornati i Giudici con l’indicazione di tempi certi circa la conclusione dei lavori. Conclusione che, secondo i Giudici, “dovrà avvenire in 180 giorni (sei mesi), in modo – scrive l’estensore dell’Ordinanza Dr. Luca Di Riamondo – da consentire alla Terza Sezione del Consiglio di Stato di fissare una nuova Camera di Consiglio per il prosieguo del giudizio”. Il Consiglio di Stato, come è evidente, anche per merito degli amministratori che si sono succeduti, non hanno mai accantonato la questione e non lo farà neanche adesso che la macchina si è messa finalmente in moto. La questione dirimente, come è stato sottolineato anche nel corso del suddetto incontro, una volta ultimati i lavori sarà la mancanza di personale perché, nonostante il ricorso ai Medici cubani (a breve ne arriveranno altri tre con cui forse si potrà aprire Medicina) la Regione Calabria non può esperire concorsi per Medici e per Infermieri per cui potrà succedere che il Chidichimo, andati ormai in pensione quasi tutti i Medici e gli Infermieri, sarà pronto sotto l’aspetto strutturale ma non potrà essere riaperto per mancanza di medici e di infermieri.

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