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Trebisacce. Via Panoramica e Ponte Saraceno ancora chiusi. Per ora, promesse non mantenute

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di Pino La Rocca – Strade chiuse, traffico disordinato e caotico, abitato pieno di erbacce e igiene urbana da terzo mondo: non c’è che dire, Trebisacce in questo periodo non presenta la migliore immagine di se stessa e la cosa dovrebbe far riflettere a fondo quanti, agendo con una buona dose di superficialità, hanno determinato una situazione davvero incresciosa che tutti sperano possa risolversi con un nuovo esecutivo comunale destinato a raccogliere, ahimè!, una pesante eredità. Certo, il Commissario Straordinario ed il sub-Commissario ce la mettono tutta e non si limitano a garantire solo l’ordinaria amministrazione, ma se bastasse una sola persona, o due, a far funzionare un Comune, non ci sarebbe bisogno neanche di votare e di scegliere, ci si augura, amministratori che, innanzitutto, siano capaci di fare gioco di squadra.

Partiamo dalle strade chiuse: ce ne sono due che riguardano la viabilità primaria che finisce per chiudere e isolare la città: la SP 253 (ex 106) chiusa ormai da tempo per lavori al primo ponte sul Saraceno che, secondo le rassicurazioni dei tecnici della Provincia, sarebbe stata riaperta, almeno a senso unico alternato, entro un mese. Questo non è avvenuto. I lavori procedono molto lentamente e scatenano la rabbia di quanti, muovendosi per ragioni di lavoro o di studio (vedi gli studenti che viaggiano sugli autobus), sono costretti a fare un percorso alternativo lungo e disagiato.

C’è poi la storia infinita di via Craxi, cosiddetta Panoramica, sbarrata da oltre 10 mesi per lavori che non sono mai iniziati. Anche qui la rabbia dei residenti e degli operatori commerciali è tanta, perchè non sono mancati, anche qui, gli impegni solennemente assunti che sarebbe stata riaperta entro Pasqua. Ma di quale anno? Domenica prossima è la Festa delle Palme che precede la Pasqua, ma di operai al lavoro neanche l’ombra, nonostante a sottoscrivere questo impegno personale sia stato l’Assessore Regionale Gianluca Gallo venuto sul posto insieme al Commissario Straordinario del Consorzio Unico della Calabria e ricevuti dall’apposito Comitato Civico presieduto da Caterina Diana e dall’Assopec guidata dal Presidente Nicola Perrone. Eppure, per riaprire la strada, ove ci fosse la volontà di farlo, basterebbe mezza giornata di lavoro per eliminare le transenne e ri-condizionare 20 metri di barriere laterali. Il resto lo si farebbe con un nuovo progetto e con i tempi lunghi e farraginosi della burocrazia.

E chiudiamo il capitolo delle urgenze e delle piccole cose, che alla fine qualificano, o squalificano, l’immagine di un paese che stenta maledettamente a diventare una città: martedì scorso 19 marzo c’è stata, sulla collina omonima, la festa di San Giuseppe. Per la verità nessuna folla di devoti a causa delle condizioni atmosferiche avverse, ma tanto per lasciare sotto gli alberi tanta sporcizia da parte di persone poco educati (per fortuna non tutti!) che sono soliti festeggiare con un pic-nic fatto di poche cose ma abbastanza per sporcare e abbruttire un posto meraviglioso con il rilascio di bicchieri, piatti, posate, bottiglie e buste di plastica che, (vedi foto), sono ancora lì, a distanza di alcuni giorni, insieme a diversi sacchi di spazzatura, a deturpare i luoghi del cuore. Luoghi cari ai trebisaccesi che, privati cittadini prima, e soci della Pro Loco Città di Trebisacce dopo che, coordinati dalla Presidente Mimma Adduci e vicariando il compito delle istituzioni, hanno pensato bene di ripulire le scalinate della Cappella ed il sottobosco dagli aghi di pino e di abbellire e rendere più accogliente la collina di San Giuseppe creando, con materiale di risulta abbandonato nei pressi di quel luogo sacro, piccole aiuole intorno al tronco degli alberi e piantandovi fiori di stagione. Sono gli stessi soci della Pro Loco che, insieme ad altri giovani volenterosi, a dimostrazione che non tutto è perduto, nei giorni scorsi hanno ripulito i vicoli del centro storico dalle rigogliose erbacce di stagione.

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