di Francesco Agrelli – E’ il 25 aprile del 1945 e il sole splende sull’Italia; è stato l’aprile più “caldo” degli ultimi due secoli. Gli Alleati hanno superato il fiume Po e il CLNAI (Comitato Liberazione Nazionale Alta Italia) proclama un’insurrezione generale contro le truppe nazifasciste ancora presenti nel Nord del Paese; è l’ultimo atto della guerra di Liberazione. Questi fatti storici per l’Italia vengono ricordati ogni anno nella festa nazionale della Liberazione che si tiene il 25 aprile. La Calabria non è mai stata impegnata nella Resistenza, ma i calabresi che ne presero parte, nei territori occupati, furono numerosi: circa 800 provenienti dalla sola provincia di Cosenza, secondo le ricerche di Isolo Sangineto, autore de “I calabresi nella guerra di liberazione”.
La lotta all’occupazione nazista, e al collaborazionismo fascista, fu intergenerazionale e interclassista, travalicò il genere sessuale e le idee politiche per l’obiettivo comune della libertà. Coinvolse diversi strati della popolazione, come dimostrano le storie che seguiranno. Walkiria Vetere era una professoressa di Rogliano, trasferitasi a Roma insieme alla famiglia. Dopo l’armistizio dell’8 settembre, a 23 anni, entrò nella resistenza romana e fu di ispirazione al fratello Walter, alla domestica Carmelina Rota e al padre, il colonnello Stanislao, i quali a distanza di pochi mesi seguirono il suo esempio. Insieme costituirono il nucleo della banda del Trionfale, tra le più attive della Capitale. Stanislao ne prese il comando e fu decorato della medaglia di bronzo. Walkiria, Walter e Carmelina della Croce di Guerra. Al gruppo aderì anche un altro roglianese, Donato Bendicenti, che nel marzo del ‘44 sarà tra i martiri dell’eccidio delle fosse Ardeatine. Natino, così chiamato da amici e familiari, si era trasferito a Roma per studiare Giurisprudenza alla Sapienza, e vi restò a vivere insieme alla moglie Elisa. Durante le vacanze tornava spesso a Rogliano, dove si incontrava con gli antifascisti locali all’interno della farmacia del padre. Durante la messa al bando dei partiti oppositori al regime fascista, molte riunioni nazionali del PCI furono ospitate nella casa romana di Bendicenti. Giorgio Amendola ripercorrerà il suo arresto in “Lettere a Milano. Ricordi e documenti 1939-1945”.
Francesco Bucciardi, invece, nacque a Castrovillari, reduce della campagna di Libia e della Grande Guerra, e componente del gruppo “Bandiera rossa”. Durante il ventennio, la sua opposizione al regime lo rese oggetto di molestie e ricatti. Restò coerente anche di fronte alla costrizione di abbandonare l’impiego di ragioniere, e alla conseguente vita di stenti. Nel ‘43 partecipò alla storica battaglia fuori dalle porte di San Paolo, per difendere Roma dagli invasori della Wehrmacht. Un anno dopo, mentre progettava un piano per liberare i prigionieri politici dal carcere romano di Regina Coeli, una spia lo denunciò e fu trucidato alle fosse Ardeatine.
La storia di Caterina Tallarico, nata a Marceduse (Cz), è una storia di misericordia. Dopo aver conseguito la laurea in Medicina, si trasferì a Torino dove il fratello Federico aveva formato una brigata. Caterina (nella foto con i fratelli Antonio e Federico impergnati nella Resistenza) lo raggiunse in montagna e iniziò a offrire assistenza medica ai partigiani e ai nazisti sbandati, o prigionieri. Federico era in contatto con un’altra banda calabrese; quella dei fratelli Franco e Giulio Nicoletta di Crotone. Nel 2015, a Coazze (To), in presenza del Presidente Mattarella, fu intitolata una scuola secondaria alla memoria di Giulio.
Le manifestazioni in onore delle vittime del nazifascismo sono diverse: è il caso di Oriolo, il quale da circa 15 anni è impegnato con Costigliole Saluzzo (Cuneo) in un gemellaggio commemorativo per l’eccidio di Ceretto nel gennaio del 1944, che annovera tra le vittime gli oriolesi Francesco e Giorgio Caruso. La Resistenza fu uno degli elementi da cui nacque l’italia Repubblicana e costituzionale, e la Calabria non può non commemorare i suoi figli e figlie che scelsero la partecipazione, all’indifferenza.