di Vincenzo La Camera – Il vescovo di Cassano allo Ionio e vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana, mons. Francesco Savino, è tornato nel paese di Amendolara in occasione della Santa Messa solenne in onore del patrono San Vincenzo Ferrer, il predicatore domenicano di origine spagnola. Savino, nella sua omelia all’interno della chiesa del convento dedicato proprio all’ordine domenicano, ha ricordato, ai numerosi fedeli intervenuti, come le feste patronali debbano avere necessariamente un significato generativo nelle comunità affinchè all’indomani si possa guardare il mondo con occhi diversi in un percorso di santità, soprattutto oggi dove i venti di guerra spirano da tante parti del mondo. «La guerra purtroppo non appartiene ai libri di storia – ha detto il vicepresidente della CEI – ma è vicina a noi. Bisogna scongiurare queste situazioni con la buona amministrazione dei governanti per la costruzione di progetti di pace. Il dialogo deve vincere sulla corsa agli armamenti».
Il presule Savino, reduce dall’incontro con Papa Francesco a Roma che ha interessato i vescovi della Conferenza Episcopale Calabra, è tornato sulla necessità di volgere lo sguardo ad una vita migliore, degna di essere vissuta: nel segno del Vangelo odierno secondo Giovanni dove il Signore invita a seguire il suo esempio facendo parte della vite come tralcio produttivo e non secco pronto ad essere tagliato. Così come San Vincenzo Ferrer predicava alle folle la purezza dei costumi, lo stesso vescovo Savino ha invitato a riscoprire la bellezza di essere santi, non lasciandosi ammaliare dalle sirene del tempo. Don Francesco ha ricordato, con voce dispiaciuta, l’aumento dei suidici nei giorni nostri, così come l’abuso di droga, alcool, ludopatia che spingono verso una vita senza significato. «Tutto ciò – ha detto – testimonia una costante sofferenza di tanti uomini e donne».
Mons. Francesco Savino nelle ultime ore è salito agli onori della cronaca per aver rilasciato una intervista al Corrire della Sera, a nome della CEI e quindi della Chiesa Romana – fuori dai paletti del politically correct – dove è intervenuto in maniera chiara e decisa sulle dichiarazioni del generale leghista Vannacci secondo il quale occorrerrebbe creare classi scolastiche differenziate per i ragazzi e ragazze diversamente abili. Savino ne fa una questione di civiltà, non certo di politica spicciola. Attenzione a non rispolverare la cultura del “me ne frego”, ammonisce il vescovo di Cassano allo Ionio. «La nostra bussola deve essere l”I care” (ci tengo a te, sono al tuo fianco)».