Trebisacce. La crisi idrica esaspera i cittadini. Nessuna soluzione dal Consiglio Comunale
di Pino La Rocca – Crisi idrica: se ne parla e si litiga in consiglio comunale ma il problema della carenza di acqua nelle case, complice la prolungata siccità che ha inaridito la sorgente dell’acquedotto comunale, è lungi dall’essere risolto. Continua infatti il razionamento del prezioso liquido, mentre l’esecutivo comunale, da quanto è emerso nel corso del consiglio comunale, è impegnato su più fronti a trovare altre forme di approvvigionamento. Quali, secondo quanto è stato detto dal Consigliere di Maggioranza Fatima Ruggio e ribadito dal sindaco Franco Mundo, facendo innanziatutto pulire e drenare la galleria filtrante che alimenta l’acquedotto comunale, facendo scavare a imprese specializzate nuovi pozzi da affincare a quelli già esistenti come rimedio temporaneo al problema ma, considerato che i cambiamenti climatici rischiano di proiettare nel tempo le criticità, trascurando, forse, soluzioni di più ampia portata e prospettiva da condividere, visto che la penuria di acqua non riaguarda solo Trebisacce – dove la situazione sta creando molto malcontento tra i cittadini – con gli altri comuni del Comprensorio.
Convocato per dare risposte alle interrogazioni presentate per lo più dal consigliere di Minoranza Antonio Aurelio, in particolare quella inerente la crisi idrica su cui Aurelio chiedeva quali strategie stesse adottando l’esecutivo per fronteggiare le criticità relative alla crisi idrica, il consiglio comunale ha registrato per la prima volta un dibattito animato e a tratti spigoloso. Nei loro interventi, facendo seguito alle delucidazioni affidate alla consigliera Fatima Ruggio sui rimedi adottati per fronteggiare la penuria di acqua, i consiglieri di Minoranza intervenuti in successione Antonio Aurelio, Antonio Cerchiara, Francesca Paolino e Mariateressa Petta, seppure con sensibilità e con toni diversi (solo Aurelio si è dichiarato soddisfatto delle spiegazioni ricevute), hanno mosso rilievi critici alla Maggioranza accusandola di non aver coinvolto la Minoranza e di aver trascurato di affidare il compito di scavare i pozzi a uno Studio idro-geologico capace di geo-localizzare le aree di intervento, con il risultato, a dire della Minoranza, di fallire le scelte e di sprecare risorse di bilancio. A questo punto è intervenuto il sindaco Franco Mundo che ha elencato minuziosamente tutti i tentativi esperiti e quelli che sono in cantiere per fronteggiare la crisi idrica e alleviare i disagi dei cittadini: la pulizia fino a 12 metri di profondità e il ripristino funzionale della galleria filtrante la cui portata, a detta del primo cittadino, a causa della prolungata siccità si è ridotta da 20 l/s a soli 7 l/s; il ripristino di pozzi pre-esistenti, i tentativi esperiti, non con il supporto di rabdomanti come si è detto in giro, ma con la collaborazione della Sirio e di imprese specializzate per scavare nuovi pozzi dimostratisi però poco generosi per la prolungata siccità e, infine, la distribuzione di acqua al domicilio delle famiglie in difficoltà tramite la Misericordia, la Protezione Civile e altre imprese private.
Oltre agli interventi concreti per far fronte alla prolungata siccità il sindaco Mundo, con un occhio proiettato al futuro, ha detto che, in collaborazione con ArriCal si sta provvedendo ad una nuova mappatura delle rete idrica comunale e, nel corso di un incontro operativo, è stato concordato con il Commissario del Consorzio Unico della Calabria Giacomo Giovinazzo che, se la crisi dovesse proiettarsi nel tempo, il Consorzio metterà a disposizione una sufficiente dotazione di acqua “grezza” proveniente dall’invaso del Sinni, ovviamente da potabilizzare per renderla fruibile. Queste le soluzioni poste in essere finora e quelle di più ampia prospettiva tra le quali manca, forse, l’ipotesi, per la verità un pò surreale e futuristica, di realizzare, in sinergia con tutti comuni del Comprensorio, un nuovo acquedotto sovracomunale in grado di affiancare e integrare quello dell’Eiano. Peccato che nessuno abbia pensato di canalizzare in questa direzione i fondi del PNRR di cui, come si teme, gran parte sarà forse inevasa per carenza di progetti. E’ risapunto, infatti, che il versante lucano del Pollino è talmente ricco di acqua che, oltre ad alimentare la grande diga del Sinni, riesce a dissetare la Basilicata e buona parte della regione Puglia, mentre il versante calabrese del Pollino, da questo punto di vista, è avaro e poco generoso, ma solo perchè finora inesplorato, ma potrebbe nascondere acqua sufficiente per far fronte alle esigenze di territori arsi e siccitosi come l’Alto Jonio. E non solo.