“PARAGRAFI…di un gioco inebriante”. Una delicata opera sull’altalena della vita
di Federica Grisolia
Il tempo e il suo bramato spazio, irraggiungibile e mai sufficiente, è il tema ricorrente dell’opera “PARAGRAFI…di un gioco inebriante”, scritta da Antonella Malosto e pubblicata nella collana “I Diamanti della Poesia” dell’Aletti editore. Nei versi dell’autrice veneta, nata a Bovolone e che vive nell’entroterra della provincia veronese, a Villafontana, gli attimi rubati diventano preziosi, pronti a custodirsi in un caleidoscopio dove tutto si mescola e tutto si trasforma. «Semplicemente paragrafi di un’avventura mai conclusa e che nel momento in cui si reinventa è unicamente emozione inebriante. Come battiti che tengono in vita questo cuore che mentre stende la sua trama si inebria del vortice dei suoi giochi. Nasce così “PARAGRAFI…di un gioco inebriante”, una delicata opera sull’altalena della vita. E mentre i battiti vengono scanditi si plasmano i valorosi sguardi di un piccolo mondo».
È un’opera itinerante dove emozioni, parole, significati, attese, speranze, pensieri, desideri, immagini, rievocano una poesia piena di sguardi. I versi decantano l’amore, la famiglia, la natura con le sue leggi; fotografano la complessa realtà con animo sensibile, trasformandola in bellezza attraverso la parola scritta. Solo così si dona immortalità ai sentimenti più puri e profondi, all’esistente, in un continuo viaggio interiore, senza scadenza. E solo così la parola impressa su un foglio diventa eterno sigillo di bellezza.
«Alla poetessa – scrive, nella Prefazione, Hafez Haidar, già candidato al Premio Nobel per la Letteratura, la cui traduzione del famoso libro “Le Mille e una Notte” è diventato un best seller – basta avere davanti a sé un foglio bianco, per scrivere con l’inchiostro del cuore parole che non sbiadiscono, pensieri ancora carichi di malinconia, vivide emozioni, sentimenti palpitanti, musica ed armonia, nostalgia ed amore, carezze per l’anima e profumi inebrianti. Ed ecco che il foglio diventerà presto lo scrigno dei suoi tesori, la testimonianza di passioni, immaginazioni e fantasia, il senso del passato, del presente e del futuro ancora da scrivere».
Le liriche – scritte essenzialmente utilizzando il verso libero, anche se a volte metrica e rime si rincorrono – custodiscono la memoria di una quotidianità semplice, spaccati di vita vissuta, nati in contesti esperienziali diversi. «Quest’opera – racconta Antonella Malosto – ha sprigionato in me una felicità unica. Scrivere è la realizzazione di un desiderio racchiuso nel cassetto della mia vita dall’infanzia. Un cassetto della memoria che è stato riaperto nel suo massimo splendore. Ho visto le parole adagiarsi nelle pagine come se da sempre mi avessero atteso, con le loro voci e suoni. Da obbedienti servitori hanno reso reale l’incantesimo acquisendo l’immortalità».
E l’autrice, attraverso la sua scrittura, vuole creare un rapporto empatico con il lettore, al quale rivolge un augurio: «Acquisire le ali con cui l’opera è stata tracciata nella sua rotta e rinascere ogni qualvolta viene arricchita dei molteplici viaggi dello scrittore».