di Federica Grisolia
E’ un’attenta analisi intellettuale nella poetica di uno dei più importanti autori italiani del Novecento, l’opera dal titolo “Teoria della Poesia in Giuseppe Ungaretti” – che arricchisce la collana “I Diamanti della Saggistica” – a cura di Enrico G. Belli. Un lavoro certosino dell’autore calabrese, psicoterapeuta, psicologo e antropologo che vive Cosenza, estratto dal copioso volume “Innocenza e Memoria (Sul Sentiero della Bellezza Seconda)”, pubblicato nel 2002. «Che questo saggio possa essere un contributo di riflessione critica sulla poetica di Ungaretti – spiega Belli – è una considerazione sostanziale, riproposta oggi ma che resterà valida anche nel futuro per le nuove generazioni. Nonostante qualche difficoltà iniziale a raccogliere materiale bibliografico, l’attenzione maggiore è stata quella di rendere fruibili le varie tematiche affrontate, riportando con precisione i punti di vista del poeta e raccordandoli con mie appropriate riflessioni in merito».
Nella dialettica della struttura narrativa, l’autore ha cercato di adeguare, durante la trattazione del saggio, aspetti formali e sintattici molto simili a quelli ungarettiani per articolare il racconto delle citazioni del poeta. Il registro stilistico utilizzato dall’autore è alto e raffinato per esprimere concetti ed elementi di poetica, durante il raccordo delle riflessioni che il poeta ha espresso nelle “divergenze” e nelle “convergenze” storiche sia con autori che con movimenti letterari.
«Questo saggio – scrive, nella Prefazione, Giuseppe Aletti, poeta, editore e formatore, titolare della omonima casa editrice – si presenta come un’esplorazione dettagliata e appassionata della visione di Ungaretti, con un’attenzione particolare alle sue riflessioni sul linguaggio e sul rapporto tra Innocenza e Memoria, concetti che Belli identifica come poli essenziali del pensiero ungarettiano. Belli, oltre a tracciare un percorso attraverso le poesie e gli scritti critici di Ungaretti, ci guida nella comprensione del poeta come una figura in costante tensione tra modernità e tradizione». Questo aspetto è reso fruibile e senza tempo dall’autore, il quale sottolinea che la poesia non è soltanto un atto formale, ma contiene l’essenza della vita umana. «La poesia è “memoria”, nel senso ungarettiano, con due caratteristiche distinte, sebbene integranti: memoria dell’innocenza, ossia abolizione della memoria per risalire all’Innocenza Iniziale; memoria del divenire linguistico tradizionale in cui è rintracciabile, nella poesia dei veri poeti, la tensione di anelito verso l’Innocenza».
Si tratta di un saggio emozionale e ricco di dettagli, in cui il linguaggio poetico costruisce sentieri di bellezza e arricchisce il lettore di nuove conoscenze ed esperienze sensoriali. Un modo, anche questo, per poter avvicinare le nuove generazioni alla letteratura, «che – afferma l’autore nato a Serra Pedace (Cosenza) – aiuti ad attraversare le insidie dell’esistenza, non solo come atto consolatorio, ma soprattutto come necessità liberatoria ed apertura mentale capace di umanizzare e coltivare atti creativi di bellezza». Modernità e tradizione percorrono, infatti, una strada parallela di conoscenza che non si perde nello scorrere del tempo ma, anzi, è resa immortale dalla scrittura. «Con questo saggio ho voluto trasmettere al lettore quante riflessioni e studi sistematici ha continuato a fare, nel corso della sua esistenza, un poeta come Ungaretti per potere esprimere in versi la sua poetica, in un dialogo continuo con le vicende storiche e personali del suo tempo, a conferma di una visione della poesia come testimonianza metastorica per esplorare il mistero della vita».