Morano. “Non è vero ma ci credo”. Tra iettature e scaramanzia, Decaro celebra il teatro di De Filippo

di Vincenzo La Camera – La scaramanzia ai livelli più estremi che diventa quasi ossessione per don Gervasio, direttore di una azienda che gestisce nel solco di un “regolamento” contro la iettatura che non può essere infranto. Mattatore della serata, il noto attore Enzo Decaro, che ha portato in scena, ieri sera (domenica) “Non è vero ma ci credo” – commedia di Peppino De Filippo per la regia di Leo Muscato, a Morano Calabro – proprio nell’auditorium intitolato a quel Massimo Troisi suo compagno di viaggio all’inizio della carriera assieme a Lello Arena nel trio dell’indimenticabile Smorfia.
Uno spettacolo condito di tutta quella napoletanità che contraddistingue il misteriorioso e affascinante mondo della superstizione verso il quale tanti dicono di non credere, ma se non capita è meglio. Tra gag, risate, gesti scaramantici e assunzioni e licenziamenti di personaggi che, a seconda del loro “fluido” negativo o positivo, possono contribuire o meno ai successi aziendali, la narrazione teatrale si dipana in una scenografia attenta ai dettagli e che avvolge le scene, dove gli attori della compagnia di Luigi De Filippo (figlio di Peppino) si distinguono per bravura e precisione, fornendo la giusta spalla al maestro Decaro che riempie il palcoscenico. “Non è vero ma ci credo”, commedia in tre atti scritta da Peppino De Filippo nel 1942, e attualizzata senza stravolgerne il senso – programmata a Morano nel cartellone del “Pollino in Ribalta Festival”, organizzato dalla locale compagnia “Allegra Ribalta” con la direzione artistica di Alfredo De Luca – rappresenta, probabilmente, le ansie e le paure di ognuno nascoste da particolari gesti e rituali scaramantici che tendono ad esorcizzare gli eventi che la ragione non può prevedere e controllare.