“Anche le aiuole non mantengono le promesse”. Marisa Brandano al Salone Internazionale del Libro di Torino

di Federica Grisolia
«Vivrò il tutto con curiosità, con occhio partecipe ma anche dal mio osservatorio come specchio del mondo. Ed infine, essendo un po’ fatalista…non sappiamo mai cosa c’è dietro l’angolo, ad attenderci». Con queste parole, Marisa Brandano, autrice sarda che vive ad Olbia (Sassari), commenta la sua prima partecipazione al Salone Internazionale del Libro di Torino, in programma dal 15 al 19 maggio 2025, presso il Lingotto Fiere, con l’opera dal titolo “Anche le aiuole non mantengono le promesse”, nello stand della sua casa editrice Aletti.
L’opera può essere definita un viaggio esperienziale che la poetessa compie nella sua vita attraverso l’arte «che in quanto creatività – spiega l’autrice – collega al divino e accompagna nel soprannaturale, nell’eterno». Quella della Brandano è una poesia orfica, visionaria, che si interroga sul mistero della vita, in un continuo dialogo interiore, impresso nero su bianco attraverso versi liberi e fluttuanti. «Per me la vita vera è il viaggio che ognuno di noi fa dentro sé stesso, in compagnia della propria anima, del proprio spirito, delle proprie viscere e là, i sogni, per magia diventano realtà. La scrittura, per me, è libertà. Dimensione in cui non ti giudichi e non ti interessa nemmeno, se gli altri lo fanno».
«Anche le aiuole non mantengono le promesse – scrive, nella Prefazione, il maestro Giuseppe Aletti, poeta, editore e formatore, titolare della omonima casa editrice che ha sede a Villanova di Guidonia (Roma) – accoglie un percorso consapevole dell’autrice, a volte in luce, a volte in penombra, che attraverso i grani dei singoli frammenti presenti in queste pagine cerca di dare un senso a una stagione del suo arco vitale». E i canti liberi di Marisa Brandano arriveranno anche al Salone Internazionale del Libro di Torino, che quest’anno avrà come titolo: “Le parole tra noi leggere”, un verso tratto da una delle poesie di Eugenio Montale e, in seguito, utilizzato dalla scrittrice Lalla Romano come titolo di un suo romanzo. «Lo spirito con cui mi approccio è quello di vivere questa esperienza come grossa opportunità di scambio, di interazione e anche di spunto. Con la possibilità, certa, di confrontarmi con altri autori, verificare nuove realtà letterarie e, perché no, auspicare un incontro tra persone». Per la poetessa, eventi di tale portata rappresentano «un bel nutrimento, in quanto sollecitano la vena creativa» e una «fonte educativa» per i più giovani che possono, così, avvicinarsi al mondo della cultura.