“Lo sguardo oltre l’orizzonte”. Al Salone del Libro di Torino quel coraggio che diventa speranza

di Federica Grisolia
Scorrono come un fiume in piena i ricordi nella mente di Luciano Romanelli tanto da scrivere un libro autobiografico per donare immortalità alla sua vita, assai varia e movimentata, grazie alla parola scritta. L’opera – pubblicata nella collana “I Diamanti della Narrativa” dell’Aletti editore – si intitola “Lo sguardo oltre l’orizzonte” e sarà presentata dall’autore, artista a tutto tondo nato ad Alessandria D’Egitto che vive a Genova, al Salone Internazionale del Libro di Torino, in programma dal 15 al 19 maggio prossimi, negli spazi del Lingotto Fiere.
Romanelli, diplomato in Pianoforte e laureato in Pedagogia, ha insegnato Musica e Cultura Musicale nell’Istituto Magistrale e nel Liceo Pedagogico, tenendo anche vari recitals pianistici. Una vita segnata dall’amore per la musica, la filosofia, la letteratura e la poesia, caratterizzata da un filo conduttore che sarà anche quello della sua intera opera autobiografica che ne ha ispirato il titolo: la voglia di andare oltre, con uno sguardo verso l’alto, al di là di un orizzonte che rappresenta il limite ideale tra passato e presente, spazio e tempo.
«Quando ho iniziato a scrivere – racconta l’autore – i ricordi mi riaffioravano e le immagini della mia vita scorrevano come in un film». E’ un racconto senza veli, descritto con dovizia di particolari, in cui non mancano episodi esilaranti che hanno costantemente segnato la sua vita, da adulto e, in particolar modo, da studente. Ma, soprattutto, scritto con il coraggio di quel bambino non vedente dall’età di otto anni – ormai adulto – che serve per mettersi a nudo ma anche per ripudiare situazioni sfavorevoli e poter cambiare il corso delle cose. «Un itinerario – lo definisce Romanelli – che passa attraverso varie fasi che si diversificano in base ai diversi cicli della vita». La scrittura diventa, così, catartica e riesce ad interiorizzare gioie e dolori, speranze e difficoltà, imprimendo nero su bianco la realtà ma suscitando le emozioni più intime e variegate. Le stesse emozioni che suscita anche la musica, con cui la scrittura condivide proprio la sfera sensoriale; la capacità di suscitare diversi stati d’animo. E se il linguaggio parla attraverso la semantica, il pianoforte lo fa attraverso le note. Sono due mondi diversi ma complementari nei loro misteriosi punti d’incontro.
Una vita che è un romanzo, anzi, “quasi un romanzo”, perché – come ribadisce l’autore – non c’è nulla di inventato. Forse edulcorato, ma nulla è frutto della fantasia. Solo di quel cassetto della memoria che la penna ha aperto in maniera prorompente. Questo oscillare tra romanzo e racconto personale incuriosisce il lettore che può trovarci un frammento della sua vita, una similitudine o, semplicemente, uno spunto di riflessione. Ma anche momenti in cui la narrazione diventa più “leggera” e divertente. L’opera, pagina dopo pagina, è un invito a non arrendersi mai e ad avere coraggio. Un inno di speranza. Un invito a spingere, sempre, lo sguardo oltre. Oltre la paura. Oltre gli ostacoli e i confini, affidandosi alla Provvidenza divina. Ma anche a sé stessi e alla voglia di superare i propri limiti. E questo messaggio arriverà fino al Salone del Libro, la più importante fiera dell’editoria, giunta alla 37esima edizione, che quest’anno avrà come tema “Le parole tra noi leggere”. «Mi sento un giovane esordiente in campo letterario, che lotta con la sua età anagrafica – scherza Romanelli -. Mi sento emozionato all’idea di portare, per la prima volta, la mia opera in una vetrina così importante. Questo è il palcoscenico più adatto per farla conoscere».