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Salone del Libro di Torino. Quelle notti in Guardia Medica “Al di là del silenzio”

Salone del Libro di Torino. Quelle notti in Guardia Medica “Al di là del silenzio”
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di Federica Grisolia

Ci sarà anche Natalia Romano con la sua opera “Al di là del silenzio” alla 37esima edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino, che si svolgerà dal 15 al 19 maggio prossimi, negli spazi del Lingotto Fiere. «E’ un momento importante che mi permette di rivolgermi ad un numero maggiore di lettori». L’opera – pubblicata nella collana “Gli Emersi della Narrativa” dell’Aletti editore – è un insieme di sentimenti ed emozioni che vanno oltre il silenzio e diventano musica, accettazione, realtà, sogno. In tutti i racconti è il protagonista stesso che narra la sua vicenda e le storie sono molto comuni, spesso tratte dalla realtà. L’autrice – nata a Siracusa ma che vive ad Avola, dove lavora come medico di base – utilizza parole semplici, espressioni comuni, senza virtuosismi e con spontaneità, trattando argomenti che appartengono alla quotidianità. Ma, soprattutto, i pensieri più intimi, i sentimenti più segreti.

«Il silenzio – spiega l’autrice – è il filo conduttore dei racconti contenuti in questa opera. Tutti noi sentiamo, chi più chi meno, il bisogno di stare in silenzio, per pensare, per creare o per soffrire. Tutti i personaggi del libro vengono raccontati in momenti particolari della loro vita, quando scoprono cosa può esserci al di là del silenzio che, in qualche caso, rappresenta la serenità e, in qualche caso, il dolore». E proprio nel silenzio sono nati questi racconti, in cui realtà e fantasia, rassegnazione e desiderio di andare avanti, si intrecciano continuamente. «Era un periodo sereno della mia vita lavorativa – racconta Natalia Romano -. Ero medico di guardia in un paesino molto tranquillo, dove facevo pochissime visite, ma trascorrevo quelle notti completamente sola e le notti erano lunghe e molto silenziose. Ed è proprio da quel silenzio, per me sinonimo di serenità, che ho avuto l’ispirazione che mi ha spinto a scrivere».

Nella frenesia della routine, questo libro ci ricorda quanto sia importante ritagliarsi un tempo in cui stare in silenzio e ascoltare solo i propri pensieri alla ricerca dell’io più autentico. Per l’autrice, scrivere i propri pensieri, le proprie idee, i propri sentimenti, serva a farli uscire dall’oblio in cui altrimenti resterebbero confinati. Come avvenuto per l’esperienza scritta nel primo racconto “Carla”, quando “in una giornata che scorreva lenta, calda e serena, come sempre nei giorni di luglio in Sicilia”, al suo primo turno di guardia medica, per la prima volta su un’ambulanza, aveva constatato il decesso di una bellissima ragazza di 18 anni. «Andare oltre il silenzio – afferma l’autrice – può voler dire cogliere significati che oltrepassano le comuni capacità logiche della vita quotidiana e ci consente di capire il senso ultimo della vita e anche della morte. Le parole servono ad interrompere il silenzio. Ma dopo un dialogo, dopo una conversazione, arriva il silenzio che dissolve ciò che si è detto e così quel discorso piano piano sarà dimenticato».

Ciò che emerge in ogni racconto è la sensibile attenzione alla parte più autentica dei personaggi e la visione positiva del destino a cui non bisogna soccombere, andando oltre il dolore e cercando di cambiare ciò che non va nella direzione giusta. «Al di là del silenzio – conclude la dottoressa Romano – si può sempre trovare una musica, una melodia che dal buio della notte ci porterà di nuovo alla gioia e alla luce. La tristezza e la sofferenza possono essere superati cambiando i nostri desideri e le aspettative».

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