Il palio si è svolto domenica pomeriggio, come da tradizione sul corso principale di Amendolara Paese. Un paio di incidenti, per fortuna senza conseguenze, in cui sono rimasti coinvolti qualche cavallo con i rispettivi fantini, ha suscitato non pochi interrogativi sull’attuale convenienza di continuare a svolgere le batterie ippiche così come si fa ormai da tempo.
Sicuramente negli ultimi anni l’agonismo tra i concorrenti è aumentato e il palio è diventato sin troppo atteso. Questo agonismo, è inutile negarlo, sta trasformando quella che era poco più di una passerella di cavalli e asini in una vera competizione sportiva. Ed ecco che tanti si chiedono se, alla luce di queste novità, sia ancora il caso di far gareggiare cavalli e cavalieri nel centro del paese e sull’asfalto.
Innanzitutto, il primo cittadino insiste sui controlli veterinari ai cavalli nel pre-gara, e su alcune regole precise sulla proprietà degli stessi animali concorrenti. Siamo ancora ovviamente, a mente calda, nel cerchio delle ipotesi. «Ma una cosa è certa – ribadisce Ciminelli -: Bisogna ricondurre la manifestazione nell’alveo della normalità. E per far questo è necessaria la collaborazione dei partecipanti».
Per la cronaca il palio di domenica pomeriggio è stato vinto da Mario Alfano che correva per la “Scuderia Varlaro”. A Rocco Rinaldi il premio del cavaliere più elegante e a Luca Cirigliano la palma di fantino più corretto. Domenico Rino ha vinto il “Palio degli asinelli”. Mentre al termine dell’incanto, Rocco Gentile si è aggiudicata la storica corona di arance e alloro. Il ricavato verrà utilizzato per la ristrutturazione della cappella di Santa Lucia.
Hanno partecipato alla giornata anche una pattuglia di due carabinieri del IV reggimento a cavallo di Roma; il comandante provinciale dell’Arma, Francesco Ferace; il capitano della Compagnia di Corigliano, Pietro Paolo Rubbo e il neo-comandante della stazione di Roseto, il maresciallo Marco Carafa.
Vincenzo La Camera