Castrovillari, Chiaravalloti nuovo presidente del tribunale. Ma a Rossano lottano contro l’accorpamento
Sarà Caterina Chiaravalloti a presiedere il tribunale di Castrovillari-Rossano. Il via libera è giunto dal Plenum del Consiglio Superiore della Magistratura. Entrata in magistratura a soli 25 anni, la dottoressa Chiaravalloti ha fatto parte della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro sino al 2002. Nell’ambito dell’attività svolta durante la sua lunga permanenza alla Dda, si è occupata in primo luogo dei fatti di mafia, con particolare attenzione al territorio del crotonese. Ha fatto parte, inoltre, della delegazione italiana del G8, come componente designato dal Ministro della Giustizia, per il sottogruppo di cooperazione giudiziaria.Tra le altre esperienze professionali, la dottoressa Chiaravalloti ha anche ricoperto l’incarico, affidatole dall’ex Ministro Franco Frattini, di consigliere giuridico presso il Ministero degli Affari Esteri nel settore della criminalità organizzata e terrorismo internazionale.
La nomina del nuovo presidente del tribunale di Castrovillari-Rossano arriva proprio nei giorni in cui l’amministrazione comunale rossanese prova, nuovamente, a contrastare l’ipotesi di soppressione e accorpamento del presidio giudiziario cittadino. Lo scorso martedì 22 gennaio, infatti, è stato presentato, presso il Senato della Repubblica, il disegno di legge di iniziativa popolare per la riforma della geografia giudiziaria. Il documento, con allegate 60 mila firme, è stato presentato dai referenti dei 16 territori italiani interessati dagli ultimi tagli in materia di razionalizzazione degli uffici giudiziari.
A rappresentare Rossano c’era il presidente del consiglio comunale, Vincenzo Scarcello. «La proposta di legge di iniziativa popolare – ha spiegato Scarcello di rientro dalla Capitale –sarà la numero tre di quelle sulle quali dovrà discutere la prossima legislatura parlamentare. L’obiettivo è quello di evitare la desertificazione giudiziaria alla quale, al contrario, porta inevitabilmente il percorso individuato con i decreti attuativi approvati dal Governo Monti. Che – ha ricordato il presidente dell’assise civica – prevedono la chiusura di 31 tribunali circondariali, tra i quali quello di Rossano, mediante la soppressione e l’accorpamento a sedi limitrofe, senza alcun criterio omogeneo e tenendo in vita, al contrario, presidi piccoli, più vicini con altri e meno funzionali di quelli in chiusura».
«L’esempio da seguire –ha concluso Scarcello – è la Francia, dove, dopo aver tentato una riforma soppressiva, si è giunti alla conclusione che nei luoghi distanti almeno cento chilometri o oltre un’ora di percorrenza si debba parlare di desertificazione giudiziaria. Proprio in Francia è in corso una controriforma per riaprire sedi precedentemente soppresse».
Pasqualino Bruno