Trebisacce, la moglie rischia di perdere il salario e lui minaccia di suicidarsi
Minaccia di suicidarsi per motivi economici. Viene salvato dal pronto intervento dei Carabinieri e dei sanitari del 118 da lui stesso allertati e giunti tempestivamente presso la sua abitazione, a Trebisacce. Protagonista del tentato suicidio è Giacinto Oriolo, 46 anni, laureato in giurisprudenza e imprenditore agricolo della Sibaritide, trovato in uno stato di profonda prostrazione per cui si è reso necessario chiedere la consulenza del Centro di Igiene Mentale. I fatti: l’uomo in preda a forte crisi di nervi, chiude il figlio adolescente in una stanza per evitargli un prevedibile trauma psichico e telefona al 118 preannunciando l’intento di suicidarsi. I sanitari, arrivano in pochi minuti ed a sirene spiegate presso la sua abitazione sita in via XI settembre. Subito dopo arrivano i Carabinieri con i marescialli Vincenzo Bianco e Natale Labianca. Valutata la sua forte agitazione, viene chiesto l’intervento della dottoressa del CIM Enza Maierà, che cerca subito di sedarlo e convince l’uomo a recarsi presso il CIM, ma il rischio del TSO (Trattamento sanitario obbligatorio) viene scongiurato per la pronta disponibilità del paziente a collaborare con i sanitari. Così l’uomo si tranquillizza e racconta la sua triste storia.
Una storia, come tante, divenuta purtroppo ricorrente: non si tratta infatti di instabilità psichica ma l’umana reazione alla notizia che l’amministrazione comunale, presso cui lavora la moglie in qualità di LPU, da questo mese non è più in grado di assicurare il misero salario ai suoi 44 LSU ed LPU, un salario misero che comunque consente a tante famiglie di sbarcare il lunario. Tra le tante famiglie anche quella di Giacinto Oriolo vittima, tra le altre cose di soprusi in ambito lavorativo e di recente anche di un incendio che ha distrutto la sua azienda nella piana di Sibari. Ma il gesto di questo padre di famiglia, come lui stesso ha tenuto a precisare ai cronisti, ha l’obiettivo di sensibilizzare l’amministrazione comunale e l’opinione pubblica in generale sul problema degli Lsu e Lpu, condannati alla precarietà a vita, che aspettano ormai da oltre 20 anni di essere stabilizzati e che, a partire da questo mese, rischiano anche di non ricevere più un salario, misero ma essenziale per tirare a campare in attesa di tempi migliori.
La storia di Giacinto Oriolo, grazie al pronto intervento ed alla professionalità dei medici e delle Forze dell’Ordine, al contrario di tante persone più sfortunate di lui, ha avuto per fortuna un lieto fine e, dopo una sosta presso il CIM, è potuto tornare a casa, da sua moglie e suo figlio che l’hanno atteso con apprensione e condiviso con lui momenti di tensione e di panico. Il sindaco della città, informato del fatto, ha compreso e solidarizzato con le presumibili difficoltà a cui andranno incontro i 44 Lsu ed Lpu, ma ha confermato l’impossibilità oggettiva di continuare ad anticipare fondi di cui il comune non dispone e si è detto fiducioso che la Regione nei primi giorni di maggio possa onorare i propri impegni con i comuni.
Pino La Rocca