Trebisacce, dopo 37 anni risuona la campanella per gli ex alunni del “Filangieri” (FOTO)
Ritrovarsi dopo 37 anni. Dall’altra parte della barricata. Non più adolescenti alle prese con interrogazioni e primi amori, ma uomini e donne, alle prese con figli adolescenti e preoccupazioni di una vita diversa di quella di fine anni ’70. Sono i ragazzi e le ragazze della classe 5^ A Ragioneria dell’Istituto Tecnico “Filangieri” di Trebisacce, che dopo quasi 40 anni da quell’anno scolastico 1975/76 si sono riabbracciati in una giornata di ricordi, sorrisi e qualche lacrima. Parafrasando la famosa pellicola di Carlo Verdone “Compagni di scuola”, in un agriturismo di Oriolo c’erano davvero tutti, o quasi: dal secchione al personaggio, dall’organizzatore alla malinconica; dal timido alla spiritosa; dal furbetto alla chiacchierona. E c’erano anche i professori di matematica Luigi Restieri (in una simpatica coincidenza docente sia di un alunno ormai papà che di sua figlia) e Giuseppe Salerno. Gli ex studenti sono arrivati dall’Alto Jonio (Trebisacce, Oriolo, Amendolara, Roseto, Francavilla, Plataci, Castroregio); ma anche da Potenza, Policoro (Mt), Nova Siri (Mt), Cersosimo (Pz), da Paola, Roma, Mestre.
Pungolati da un’idea di Rocco Vitale, oggi docente presso quello stesso “Filangieri”, i compagni di classe hanno incominciato pian piano ad interessarsi alla simpatica iniziativa di riallacciare contatti ormai affievoliti e nel maggior parte dei casi cancellati. Sono partite telefonate, catene di e-mail per sensibilizzare il gruppo che nel giro di pochi giorni si è ricompattato dandosi appuntamento nel luogo stabilito. I primi momenti d’imbarazzo hanno subito lasciato campo libero ai vecchi ricordi, agli abbracci e alle orgogliose presentazioni delle rispettive famiglie.
Il fatidico pranzo è stato preceduto da un momento di confronto e di fratellanza: “I miei compagni di classe: ieri e oggi”, dove tutti gli intervenuti disposti in cerchio hanno condiviso le loro testimonianze: confidandosi, raccontando storie personali, proprio come 40 anni fa durante le ricreazioni sui gradini delle scale del vecchio “Filangieri”. Frammenti di vita, conditi da gioie e dolori. Uomini e donne, mamme e papà che hanno pensato a questa giornata soprattutto per lanciare un ennesimo messaggi ai loro figli con l’invito a non disperdere quell’enorme patrimonio di valori educativi che giorno per giorno è messo a dura prova. Il filo conduttore di questa rimpatriata è stata la Fede in Dio, con il sacerdote di Oriolo don Nicola De Luca chiamato a benedire la giornata, i compagni di classe con i loro professori, e a condividere i loro ricordi. Un’esperienza non fine a se stessa, la promessa di ricontrarsi ancora e di mantenersi in contatto tramite una scheda con indirizzi, numeri telefonici ed e-mail di tutti e consegnata a tutti.
Nei giorni precedenti, ci raccontano gli amici, si era creata una trepidante attesa che ha coinvolto anche quelli che per un motivo o per l’altro non sono riusciti a partecipare. Ognuno di loro ha inviato una mail con un saluto velato di nostalgia, un ricordo di quegli anni trascorsi assieme. Erano gli anni dello sport sano con l’ultimo scudetto del Torino, con i campioni italiani di sci Gros e Thöni che dominavano sulle piste di mezzo mondo e con la racchetta di Panatta che zittiva i francesi al Roland Garros; erano gli anni della cultura con Montale premio Nobel. Anni di contestazione, dove Moro veniva ucciso, “materialmente” dalle Brigate Rosse. Erano comunque anni di coscienza politica e sociale. Oggi quei compagni di classe degli anni ’70 hanno avuto gli stimoli e il coraggio per riabbracciarsi, ma in un mondo che non gli appartiene più.
Vincenzo La Camera
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