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Unical e Università della California insieme tra gli scavi archeologici di Rocca Imperiale

Unical e Università della California insieme tra gli scavi archeologici di Rocca Imperiale
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Si è conclusa da pochi giorni la 4° campagna di scavo a Murgie di Santa Caterina a Rocca Imperiale. Il sito fortificato di origine altomedievale è stato indagato da laureandi, specializzati, dottorandi e assegnisti di ricerca del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università della Calabria, guidati sul campo dalla prof.ssa Adele Coscarella e dalla dott.ssa Franca Papparella. A conclusione della campagna di scavo, è stata promossa una conferenza per illustrarne i risultati, alla quale ha preso parte anche il sindaco di Rocca Imperiale, Ferdinando Di Leo. Il gruppo di ricerca dell’Unical, in stretta collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria, nella persona della dottoressa Silvana Luppino, presso il Monastero dei frati osservanti, nel corso della conferenza hanno presentato lo stato delle ricerche delle 4 campagne di scavo svolte nel sito dal 2003.

aaaRicordiamo che dallo scavo curato dal professore Roma emerse un monastero fortificato altomedievale edificato dai bizantini e dedicato probabilmente a Sant’Anania. Una scoperta che si intreccia con la ricerca avviata dallo stesso Roma negli anni ’90 a Persinace, territorio di Nocara,  dove riemerge parte della cinta fortificata eretta dai Longobardi – 800 metri di perimetro – per controllare la via di penetrazione verso l’interno attraverso la valle del Sarmento. Alla conferenza, ha presenziato anche il sindaco di Nocara, Francesco Trebisacce che, su indicazione di Silvana Luppino, ha ritenuto utile mettere in rete i due scavi archeologici collegati allo stesso periodo storico. Tornando alla recente campagna di scavo, è risultata ricca la documentazione archeologica quanto la particolarità e in alcuni casi l’eccezionalità del recupero dei reperti. Tali ritrovamenti testimoniano una intensa vita dal X al pieno XIII secolo come attestato dal recupero di monete e di reperti ceramici e vitrei. Le scoperte attestano un articolato sistema costruttivo e insediativo con edifici destinati a magazzini, residenziali e cultuale. L’indagine nel sito rientra in una più vasta ricerca che vede impegnato il prof. Giuseppe Roma e la sua équipe da quasi un ventennio in quella parte del territorio della Calabria settentrionale noto ormai come limes  fortificato di età longobarda. 

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Particolarmente nuovo e interessante è stato il recupero di un gruppo di reperti ceramici. Importante anche per l’unicità e la rarità delle attestazioni è stato il rinvenimento di numerosi pesi da pesca in ceramica, che documentano attività ittiche, che insieme ai recuperi osteologici animali (analisi archeozoologiche) portano ad argomentare sulla dieta alimentare del sito nel Medioevo. Di particolare rilievo, inoltre, sono le analisi paleobotaniche che si stanno eseguendo su resti botanici (farro, favino) presso l’Università della Basilicata, Facoltà di Agraria. In quest’ultima campagna di scavo l’équipe dell’Unical è stata affiancata nella documentazione grafica dal team del prof. Falko Kuester (Associate Professor, Department of Structural Engineering) dell’Università della California San Diego, che ha svolto rilievi con tecnologia laser, acquisizioni fotogrammetriche in stereoscopia ed indagini termografiche. La ricerca nella sua complessità è finalizzata a obiettivi tendenti all’approfondimento della conoscenza insediativa, alla valorizzazione e futura fruizione del sito archeologico in un territorio che ha già restituito testimonianze di epoche differenti in cui il Medioevo trova ancora le sue attestazioni singolari e poco note. Un progetto di valorizzazione dei siti longobardi è stato avviato dalla cattedra di Archeologia Cristiana e Medievale e dai Comuni in cui vi sono attestazioni culturali longobarde per inserire questi siti nel progetto “Italia Langobardorum”, cioè tra le testimonianze già riconosciute dall’UNESCO. Al Sud l’unica località riconosciuta è Monte Sant’Angelo in Puglia, ma mancano completamente le testimonianze calabresi che pure sono consistenti.

 

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La campagna di scavo è stata condotta dal Prof. Giuseppe Roma (prof. ordinario di archeologia cristiana e medievale – UNICAL), prof.ssa Adele Coscarella (prof. associata di archeologia medievale – UNICAL), dott.ssa Franca Papparella (assistente Archeologia cristiana – UNICAL), dott. Loredana di Santo (specializzata in archeologia medievale), ing. Luca Rotundo (assegnista di ricerca – UNICAL), dott. Rossella Renzo (dottoranda di ricerca in Studi Umanistici – UNICAL), dott. Francesco Procopio (dottorando di ricerca in Studi Umanistici – UNICAL),  dott. Marianna Costantino (laureata UNICAL), dott. Paola Giglio (laureata Unical), Antonino Bucalo (studente in Lettere e Beni Culturali Unical), Fabio Lico (studente in Lettere e Beni Culturali Unical), Elisabetta Ariosta (studente in Lettere e Beni Culturali Unical), Monica Filicetti (studente in Lettere e Beni Culturali Unical). Per l’Università californiana di San Diego: Prof. Falko Kuester, Associate Professor, Department of Structural Engineering, University of California San Diego, Vid Petrovic, PhD Student, Computer Science and Engineering, Michael Hess, PhD Student, Structural Engineering, Ashley Richter, PhD Student, Archaeology, Samantha Stout, PhD Student, Material Science, David Vanoni, PhD Student, Computer Science and Engineering.        

  Franco Maurella                

 

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