Cassano, Papa scomunica ‘ndrangheta e invita i preti ad essere vicini alle famiglie
Cala il sipario sulla visita di Papa Francesco nella Diocesi di Cassano, ma deve necessariamente aprirsene un altro per far sì che l’evento del 21 giugno possa trasformarsi in un trampolino di lancio per le coscienze di questa terra. La visita di Francesco a Cassano è apparsa, come era nelle previsioni, molto familiare. Bergoglio è uno spartiacque nella storia della Chiesa proprio per questo. I suoi gesti e le sue parole semplici arrivano a tutti. Il primo grande esperto di comunicazione è stato Gesù Cristo che ha lasciato il suo messaggio d’amore e di fede senza mai scrivere nulla. Papa Francesco segue la sua rotta, come prima di lui ha fatto il poverello d’Assisi di cui il Santo Padre argentino porta il nome. Messaggi forti contro la criminalità organizzata: “La ‘ndrangheta è la venerazione del male. I mafiosi non sono in comunione con Dio e quindi sono scomunicati”. Ed una carezza di sostegno ai giovani: “Non fatevi rubare la speranza”.
Tutti i dubbi sull’organizzazione di un grande evento come questo sono stati spazzati via da una giornata speciale che nel suo bilancio complessivo è stata promossa a pieni voti. L’area di Marina di Sibari adibita per la Messa era stracolma: una marea umana di circa 250.000 pellegrini per gli organizzatori, con persone che continuavano ad arrivare anche dopo l’inizio della celebrazione eucaristica. Dalla Calabria, dalla Sicilia, dalla Puglia, un po’ da tutto il Meridione e con rappresentanze anche del Nord Italia. Le indiscrezioni della vigilia sono state confermate. Francesco ha incontrato, in carcere a Castrovillari, appena atterrato in Calabria, il padre e le nonne del piccolo Cocò ucciso dalla ‘ndrangheta. E dopo la visita a Cassano, nel percorso che lo conduceva a Marina di Sibari si è fermato vicino la chiesa dove è stato ucciso per futili motivi (accusato un rumeno che si trova in carcere a Castrovillari) il parroco padre Lazzaro, per pregare davanti la sua lapide. Anche se, è giusto ricordarlo, il Papa aveva promesso la sua visita in Calabria prima che succedessero questi gravi fatti di cronaca.
PAPA A CASSANO – La città delle Terme si è svegliata all’alba per attendere Francesco. I colori vaticani bianco e giallo hanno trasformato il centro abitato: striscioni, bandiere, nastri. Mai come ieri a Cassano il mondiale brasiliano appariva così lontano: il tifo era tutto per il Papa. Il rumore dell’elicottero sullo stadio attorno alle 10,30 e poi l’atterraggio con un boato di gioia che ha accolto il Santo Padre. Francesco si è poi diretto nella vicina struttura sanitaria per malati terminali, dove, dopo aver salutato i fedeli all’ingresso, ha portato la sua parola di conforto in maniera strettamente riservata ai pazienti (poco meno di dieci) dell’Hospice. Da qui con la papamobile, in compagnia del vescovo di Cassano e segretario Cei don Nunzio Galantino, ha risalito la città tra due ali di folla festante che allungavano le mani per sperare in un minimo contatto con il Papa. Genitori che sollevavano i bambini, flash di macchine fotografiche e cellulari. Nel cuore di Cassano, nella cattedrale, il discorso al clero. Francesco ha invitato i fratelli sacerdoti a seguire il Signore in comunità e non da soli. Ma sopratutto ha ribadito come i preti debbano essere canali d’amore e di speranza e non impiegati. E poi li ha invitati a stare vicini alle famiglie in questi anni di difficoltà economiche e spirituali. Poi subito al seminario dove Papa Francesco ha pranzato da solo in compagnia di una cinquantina di persone disagiate (indigenti, ex tossicodipenti, extracomunitari in difficoltà). Infne a “Casa Serena” per salutare gli anziani. Tappe significative: detenuti, popolo, malati, sacerdoti, poveri, anziani. Figure che in modo o nell’altro hanno bisogno di attenzione.
IL GESTO – Ma il gesto che questa giornata consegnerà alla storia, Papa Francesco lo compie mentre in auto, una berlina, si accingeva a raggiungere l’area della Messa, nel primo pomeriggio. Poco prima dell’abitato di Sibari, a bordo strada, un lenzuolo con la scritta “Papa Francesco, qui c’è un angelo che ti aspetta” induce il Santo Padre a chiedere di fermare l’auto e a scendere nei pressi di quell’abitazione dove una madre gli avvicina il lettino dove è adagiata sua figlia Roberta, 21 anni, affetta da una grave patologia. Francesco la abbraccia nella commozione generale.
SANTA MESSA – E’ giunta nell’area di Marina di Sibari molta più gente di quella prevista che comunque non ha messo in difficoltà l’organizzazione che ha continuamente assistito i fedeli distribuendo ininterrottamente acqua fresca e servizi di ogni genere. L’accesso dei pullman e delle auto si è svolto nella massima professionalità da parte degli organizzatori. Ma alcuni lamentano delle falle organizzative al termine della messa, quando tanti pullman sono stati costretti ad attendere anche due ore con i pellegrini a bordo prima di poter abbandonare il parcheggio, constatando l’assenza di personale. Mesi di organizzazione per un evento di Chiesa, come lo ha definito il vescovo don Nunzio Galantino, che resterà nella storia di questo territorio. La popolarità di questo Papa che non si tira indietro davanti ad una mano tesa, al richiamo di un bambino induce anche a qualche gesto istintivo, come quello di una donna che al termine della messa, vedendo il papa scendere gli scalini dell’altare ha provato ad eludere il cordone di sicurezza per gioire di un incontro ravvicinato ma è stata prontamente bloccata. Porta a casa comunque il sorriso di Papa Francesco e il suo cenno di saluto a distanza. Alle 17.56 l’elicottero del Papa è ripartito alla volta del Vaticano. Il rumore delle transenne che si smontavano, delle troupe televisive che riponevano le loro telecamere, con il tramonto della Sibaritide dietro i monti del Pollino ci riconsegnano la vita di tutti i giorni. Domani scopriremo cosa ha lasciato in dote la prima visita di un Papa in questo spicchio di Calabria.
Vincenzo La Camera
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