Da Miss al sogno di entrare in Polizia. Intervista a Silvia Cataldi, ospite d’onore a Rossano
Silvia Cataldi, Miss Mondo Italia, è stata ospite d’onore nella città di Rossano in occasione dell’elezione di Miss Estate 2014, organizzata da Radio Raghijaida, dove è stata incoronata la giovanissima Maria Arnone di Mirto Crosia. Mentre Adriana Iordate parteciperà alla finale regionale di Miss Mondo. Una serata, dunque, all’insegna della moda e della bellezza che, in modo particolare, ha entusiasmato quanti hanno preso parte al consueto appuntamento estivo ospitato, quest’anno, presso il Gipsy di Lido Sant’Angelo. Al termine del concorso di bellezza e dopo la proclamazione della reginetta 2014, abbiamo avvicinato Silvia Cataldi (Miss Mondo Italia) per una breve intervista.
Silvia, intanto, benvenuta in Calabria. Che emozioni hai vissuto nella città di Rossano?
“Sono felice ed emozionata di essere ospite in Calabria e devo ringraziare gli organizzatori di Radio Raghijaida per avermi voluto a Rossano per premiare una delle tante ragazze iscritte al concorso”.
Parlaci un po’ di te. Chi è Silvia Cataldi?
“Sono una ragazza di appena 24 anni che vive a San Nicola (in provincia di Lecce ndr) che studia per laurearsi in Giurisprudenza. Pratico pallavolo a livello agonistico e come hobby mi piace suonare la chitarra e dipingere quadri con forme astratte. Faccio parte della commissione Pari Opportunità del mio paese ed impegnata nel sociale”.
Qual è il tuo sogno nel cassetto?
“Il mio sogno nel cassetto, nonostante sia stata eletta Miss Mondo Italia, è quello di diventare Commissario di Polizia. Un sogno che inseguo fin da bambina e che, subito dopo il conseguimento della Laurea, spero possa realizzarsi”.
Cosa ti aspetti dalla finale mondiale in programma il prossimo 14 dicembre 2014 a Londra?
“Mi auguro, ovviamente, di vincere in modo tale da rappresentare l’Italia in tutto il mondo”.
Ringraziamo, infine, Miss Mondo Italia, Silvia Cataldi, per la sua totale disponibilità ed auguriamo alla stessa di realizzare i suoi numerosi sogni custoditi nel cassetto.
Antonio Le Fosse