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Policoro, ottomila in spiaggia per dire “NO” alle trivelle

Policoro, ottomila in spiaggia per dire “NO” alle trivelle
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La catena umana realizzata domenica 10 agosto a Policoro

La catena umana realizzata domenica 10 agosto a Policoro

Una catena umana per dire no alle trivelle. Mentre nel territorio dell’alto e basso jonio cosentino si studiano ancora tempi e modi per opporsi alle perforazioni in mare, in Basilicata continuano le iniziative per fermare le estrazioni petrolifere. Nella mattinata di domenica 10 agosto, ben 8.000 persone si sono dati appuntamenti sulla spiaggia di Policoro, per difendere l’acqua e il mare dalla scelta, da parte del Ministero dello Sviluppo Economico, di dare l’ok alla Istanza di prospezione (la “d 3 F.P. –. SC” ndr)  presentata, in data 19 maggio 2014, dalla Schlumberger Italiana spa. L’area in questione è di ben 4.059 Kmq e si tratta una superficie che si trova nel bel mezzo del mar Jonio e che interessa, quindi, anche le coste lucane.

Per questo motivo una massiccia rappresentazione della popolazione lucana non ha voluto mancare alla quarta edizione della catena umana organizzata dai “No Triv”, che ha visto mille presenze in più, secondo i responsabili dell’iniziativa, rispetto alla scorsa edizione. Dalla parte sinistra del lungomare e sotto un sole cocente, è partito quindi il serpentone umano capeggiato da due papà con i figli sulle spalle, con la bandiera “No Triv” a fare capolino.

Soddisfatto per l’iniziativa realizzata e per la presenza di un cospicuo numero di persone, Felice Santarcangelo, portavoce del movimento Noscorie Trisaia. «Vogliamo ringraziare – ha affermato Santarcangelo – uno per uno tutti gli 8.000 partecipanti che, anche quest’anno, hanno dato il proprio apporto, manifestando la propria contrarietà a qualsiasi trivellazione petrolifera che possa mettere in pericolo le acque lucane. Mentre sulle comunità locali – ha continuato Santarcangelo – cadono come un macigno gli ultimi emendamenti del senato sulla riforma del titolo V della Costituzione, che toglieranno potere decisionale a regioni e comuni in materia di turismo ed energia, le comunità e i cittadini dicono ancora “No” a scelte imposte dall’alto. Le massicce trivellazioni petrolifere previste dal governo Renzi in terra e mare e avvallate in parte dalla Regione Basilicata, non risolveranno il problema energetico nazionale, non produrranno pil sostenibile nel tempo e non garantiranno entrate fiscali al governo allo stesso modo di come agricoltura, agroalimentare, turismo e industria possono produrre. Attività che, invece, sarebbero danneggiate dai processi molto impattanti della filiera petrolifera. Il petrolio si estrae solo se ci sono prima le condizioni ambientali e poi quelle economiche».Catena umana

Alla catena umana hanno partecipato anche un gruppo di persone diversamente abili (ospitati nel circolo Aquarius), mentre i life guard del gruppo della motonautica di Policoro hanno vigilato sul serpentone di gente presente sulla spiaggia. Santarcangelo ha inoltre ringraziato «il circolo velico lucano, sempre presente dalla I edizione alla nostra catena umana. L’amministrazione di Craco che ha partecipato direttamente alla catena. L’associazione dei radicali lucani, i comitati No Fenice di Venosa e i No Rifiuto di Senise».

«Come comitati cittadini – ha concluso il portavoce del movimento Noscorie Trisaia –  continueremo a difenderci da leggi ingiuste votate anche da parlamentari che dicono di volere lo sviluppo del meridione, ma che in realtà favoriscono la sfruttamento degli ecosistemi per una economia fossile da tutti i punti di vista. Non è escluso in futuro insieme a tutte le altre forze sociali del paese, il ricorso al referendum contro la riforma del titolo V della costituzione qualora dovesse definitivamente passare».

E mentre la popolazione della Basilicata si prepara a “battagliare” ulteriormente sul tema delle trivellazioni, la cittadinanza della fascia jonica cosentina attende ancora di conoscere le iniziative della politica locale per allontanare lo spettro delle perforazioni. Al momento attuale, a parte i “No” a mezzo comunicato stampa e qualche incontro operativo, nessuna decisione è stata presa dai rappresentanti degli enti locali per contrastare, in maniera efficace, l’incubo della “nuvola nera” delle trivelle.

Pasqualino Bruno

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