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Asp Cosenza, revocato l’incarico a Scarpelli. Esulta la Cgil

Asp Cosenza, revocato l’incarico a Scarpelli. Esulta la Cgil
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La sede Asp di Cosenza

La sede Asp di Cosenza

Tanto tuonò che piovve. E’ stato revocato, poche ore dopo la chiusura della tornata elettorale, il contratto del manager dell’Asp di Cosenza, Gianfranco Scarpelli. Il decreto porta la firma del commissario alla Sanità, il generale Luciano Pezzi. Scarpelli, in realtà, era sulla lista dei manager da “depennare” già dall’inizio del mandato del generale Pezzi, che ha sempre mostrato una certa intransigenza nei confronti dei reggenti delle Asp nominati in fretta e furia dal precedente esecutivo regionale. Gianfranco Scarpelli, tuttavia, ha mantenuto l’incarico fino a poche ore fa, fino a quando cioè è stato ratificato il decreto di revoca dell’incarico.

Arrivano intanto le prime reazioni in merito alla scelta effettuata dal commissario; soddisfatta, in tal senso, la Cgil, in particolare la segreteria dell’area Pollino, Sibaritide e Tirreno. «Accogliamo con soddisfazione – ha scritto in una nota la sigla sindacale –  la revoca che in data odierna (martedì 25 novembre ndr) il commissario alla sanità calabrese, Generale Pezzi, ha disposto nei confronti dell’ex direttore generale dell’Asp di Cosenza, Scarpelli.  Auspichiamo – ha proseguito la Cgil – che a questo provvedimento, che avevamo più volte richiesto come Cgil territoriale, ne seguano altri, con l’obiettivo di azzerare un direttorio piegato su scelte penalizzanti per l’area della Sibaritide, del Pollino e dell’Alto Tirreno e assicurare un management imparziale che risarcisca l’intero territorio, falcidiato da una gestione negativa che ha pregiudicato i livelli essenziali di assistenza, la rete di emergenza urgenza, che ha chiuso ospedali strategici come quelli di Trebisacce, Praia a Mare, Cariati,  privando i cittadini della continuità assistenziale e che ha marginalizzato gli ospedali di Castrovillari, Corigliano, Rossano, Cetraro, facendoli diventare terra di conquista e di scorribande politiche».

Pasqualino Bruno

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