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ULTIM’ORA – Oriolo ostaggio delle frane. Situazione drammatica a Santa Marina

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Voragini in più punti sulla Provinciale. Residenti "prigionieri" ed esasperati

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La situazione nella contrada Santa Marina di Oriolo da critica diventa drammatica. Alle due frane verificatesi nei giorni scorsi, se n’è aggiunta una terza di questa notte, dove al km 2 si è aperta una voragine che di fatto blocca il transito di qualsiasi mezzo. Nei 7 km “calabresi” della Strada Provinciale 156 (che collega Oriolo a San Giorgio Lucano) al momento si registrano tre frane: al km 0, al km 2 e al km 6. Qui tre strutture sono state danneggiate ed un’abitazione è stata evacuata.

2I residenti sono esasperati per una situazione degenerata negli ultimi giorni a causa di una pessima gestione della manutenzione viaria con i fossi di scolo, mai puliti negli ultimi anni, che non sono riusciti a far defluire a dovere l’acqua piovana che si è così impossessata della strada, squarciandola.

Da questo momento la contrada “Santa Marina” è isolata. Non si può arrivare nè nella confinante Lucania, nè al paese di Oriolo. «Ormai solo con l’elicottero possiamo lasciare questo posto», l’amaro commento di un residente. Alcune strutture ricettive della zona avevano programmato pranzi e cene nel periodo pasquale con prenotazioni già effettuate ma che inevitabilmente salteranno. La pioggia di questi giorni è stata costante ma non eccezionale, ma questo fa riflettere maggiormente sulla grave situazione di dissesto idrogeologico di cui è prigioniero questo territorio, dettato per lo più da responsabilità precise da parte degli enti preposti alla manutenzione.

Il maltempo continua a fare danni su tutto il territorio cittadino. Una situazione che sta letteralmente mettendo in ginocchio non solo le infrastrutture, ma un’intera microeconomia, fatta di piccole aziende e attività commerciali costrette a chiudere battenti. Significative criticità vengono segnalate in zona Cappuccini, dove sono crollati numerosi ricoveri per animali, nel centro storico, e in più punti dell’abitato. Inoltre quasi tutte le strade sono impercorribili e interessate da frane e smottamenti, e l’unico percorso agevole resta solo la fondovalle del Ferro.

3L’amministrazione Comunale guidata dal sindaco Giorgio Bonamassa, cerca di correre ai ripari, mettendo in campo tutto quanto è nelle loro possibilità per fronteggiare questa emergenza, istituendo il C.O.C. della Protezione Civile sul territorio,  interessando tutti gli organi sovracomunali, le forze dell’ordine e la polizia provinciale per scongiurare il pericolo sciacallaggio, fino all’incontro con il Prefetto e l’interessamento del Viceministro alle infrastrutture e ai trasporti Riccardo Nencini. Al vaglio anche la richiesta dello stato di calamità naturale. A memoria d’uomo, secondo le testimonianze dei cittadini, questo è l’evento calamitoso di maggiore entità dall’evento franoso che ha colpito Oriolo negli anni ’70.

«C’è grande preoccupazione per quello che può succedere nelle prossime ore – affermano il capogruppo di maggioranza Vincenzo Brancaccio e il consigliere delegato all’agricoltura Domenico Bonamassa –  considerato che continua a piovere e che la frana, anche dopo le piogge continuerà a muoversi. Il Comune, come primo presidio dello Stato sul territorio, sta cercando di dare risposte, ma in questa fase non riusciamo a dare le risposte che la gente si aspetta. Capiamo il disagio, stiamo facendo il possibile per fronteggiare l’emergenza. La nostra comunità in questo momento è in ginocchio e tutti  insieme dobbiamo rialzarci; lo Stato non ci deve abbandonare».

Intanto Santa Marina si presenta come l’esempio di un Alto Jonio amministrato (su tutti i livelli) per anni “alla carlona”, con l’esattore delle conseguenze che bussa tutti i giorni per riscuotere.

Vincenzo La Camera – Giovanni Pirillo

 

 

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Gianfranco
Gianfranco
9 anni fa

trattasi di calamita’ procurata dall’incuria della provincia e nient’altro.

Clark
Clark
9 anni fa

La calamità è tutta umana e sta nel cervello dei responsabili di queste strade! VERGOGNA!

mariel
mariel
9 anni fa

le frane,insieme a tutto il resto,in particolar modo il 60% dei fondi comunitari non spesi e forse non recuperabili,sono la prova lampante di una classe politica arrogante,ignorante,incapace,autoreferenziale che ha letteralmente”divorato”la società calabrese …..dovrebbero restituire quanto hanno indebitamente percepito e frodato durante il loro operato criminogeno lasciando a noi cittadini calabresi solo macerie…