Rossano. Demolizioni a Sant’Angelo, Antoniotti infuriato con “Le Iene”
Al sindaco non è piaciuto il servizio andato in onda nella puntata del 26 marzo
“Le iene” mandano su tutte le furie il sindaco Antoniotti. Come già spiegato sulla nostra testata (qui il pezzo), nel pomeriggio di sabato 14 marzo, Giulio Golia, uno degli inviati di punta della trasmissione Mediaset, ha fatto tappa nella città bizantina per confezionare un servizio-inchiesta sulle ultime demolizioni dei manufatti abusivi operati nei giorni scorsi in zona Sant’Angelo. Abbattimenti che, lo ricordiamo, sono funzionali al progetto di restyling del lungomare rossanese. In particolare, Golia è stato contattato per far luce sulla demolizione dell’edificio Caccuri, ritenuta dai proprietari dell’immobile illegittima.
Il servizio, dal titolo “Da un giorno all’altro senza casa” e trasmesso nella puntata del 26 marzo, ha cercato di condensare in 8 minuti scarsi quello che è un contenzioso che va avanti da 13 anni. Un video dove in parte viene evidenziata la legittimità dell’operato dell’amministrazione comunale rossanese, che sostanzialmente ha abbattuto un caseggiato abusivo, ma che al tempo stesso enfatizza il dolore della famiglia Caccuri, che si è ritrovata, secondo la ricostruzione fatta da Giulio Golia, privata della loro abitazione da un momento all’altro, senza nessuna ordinanza di sgombero inviata agli anziani coniugi che, di conseguenza, non hanno avuto tempo e modo di portare via gli effetti personali presenti all’interno dell’edificio.
Accuse che il sindaco di Rossano, Giuseppe Antoniotti, ha rispedito al mittente all’indomani della messa in onda del servizio. «La faziosità del racconto – ha dichiarato il sindaco attraverso una nota – potrebbe già stare nel titolo del servizio. Perché non si può asserire assolutamente che i due coniugi Caccuri si siano ritrovati senza casa da un giorno all’altro. Innanzitutto perché l’iter per la demolizione di quello stabile è stato avviato 13 anni addietro e tutti i contatti ufficiali dell’Ente sono stati intercorsi con i reali proprietari dell’immobile in passato, e da ultimo con gli eredi dello stesso». Antoniotti ha poi ribadito che «l’immobile, costruito sul demanio marittimo, era abusivo e senza alcuna autorizzazione. Lo stesso immobile anni addietro è stato oggetto di richiesta di condono edilizio, puntualmente rigettato dagli uffici comunali perché privo di ogni requisito. Tant’è che ai possessori dello stabile è stato dato il tempo necessario, oltre un decennio, per esibire la documentazione comprovante la proprietà del terreno sul quale sorgeva l’edificio. Ma questi documenti non sono mai arrivati in municipio. Da qui l’ordinanza di demolizione, notificata per tempo ai titolari del manufatto, che non sono assolutamente gli anziani intervistati, sulla quale si dava un tempo prestabilito per abbattere l’immobile».
Antoniotti ha concluso specificando che «i mobili all’interno dell’abitazione abusiva, che da quanto riportato nel servizio sembrerebbero svaniti nel nulla, sono stati trasportati in alcuni locali indicati dalla stessa famiglia Caccuri. E per buona pace degli animalisti, al momento della demolizione non vi erano né cani e né gatti da mettere in salvo».
Pasqualino Bruno