“Calabria Day”, una regione dai volti più belli

Ma anche il ricordo a un anno dal sisma del Pollino
Calabria. Terra d’amore e tradizioni. Terra da amare e rispettare. Ha bisogno di cure anche se a volte le respinge, ha bisogno di gente che creda in essa e ci resti. Terra particolare la Calabria, con le sue bellezze e le sue radici offre “oro” ma spesso restituisce il nero delle sue negatività. Ma, del resto, ogni cosa ha il suo lato oscuro. «Ci sono energie enormi che possono essere messe in gioco in Calabria impegnandosi da protagonisti del cambiamento e coinvolgendo chi, da solo, non ha ancora la forza per farcela». Lo ha detto Anna Laura Orrico, presidente dell’associazione “Io resto in Calabria”, nell’incontro di chiusura della terza edizione del Calabria Day che si è svolto, ieri 26 ottobre, presso il Protoconvento francescano di Castrovillari. Lo ha fatto al termine di una giornata che ha registrato la presenza di centinaia di studenti delle scuole superiori calabresi e di numerosi visitatori, accorsi nel centro del Pollino insieme ai più di cento partners che hanno aderito al progetto.
Diversi i temi che hanno fatto da filo conduttore, su tutti il futuro della Calabria e la possibilità di costruire reti sociali e d’impresa che possano innescare il rilancio della regione, l’importanza di “condividere e progettare”, di “trovare una via” per affermare l’importanza del “fare” e rimanere nel “luogo che ci appartiene”.
Poi l’identità territoriale, il tema del femminicidio, con il monologo “Da uomo a uomo” dell’attore Alberto Micelotta e la creatività calabrese in primo piano. Manufatti artigianali esposti tra i chiostri del Protoconvento, ritmi tipici a suon di tarantella, profumi della gastronomia locale, tra cui quello delle “vecchiaredde” fritte.
In serata è uscita fuori tutta l’anima artistica del Calabria Day, all’interno del teatro Sybaris, con lo spettacolo a più voci “(S)punti di vista: animati da passione, storie di talenti”, coordinato dal direttore artistico Francesco Lappano, preceduto dalle performance del Duo Concorde, del Miromagnum Mini Folk Group, di Antonio Grosso e le Muse del Mediterraneo e dalla proclamazione del vincitore della prima estemporanea di pittura.
Terremoto del Pollino | Un anno dopo
Ma il Calabria Day si è svolto in una data particolare, il 26 ottobre. E, allora, come non dedicare una sessione al terremoto che, proprio il 26 ottobre di un anno fa, ha colpito e ferito l’area del Pollino, con epicentro a Mormanno. Alle 17,30, nella sala 8 del Protoconvento francescano, si è tenuto un confronto e dibattito “Terremoto, un anno dopo” a cui hanno partecipato il sindaco di San Basile, Vincenzo Tamburi, il presidente del Parco nazionale del Pollino, Domenico Pappaterra, Raffaella Galizia, presidente dell’associazione “Il Calabrone”, nonché portavoce del Gruppo cittadini attivi di Mormanno e la stessa Anna Laura Orrico tra le organizzatrici del Calabria Day a cui si sono aggiunte le testimonianze di cittadini che hanno portato la loro esperienza, chi con la loro presenza, chi attraverso una lettera ed un filmato.
Ed è proprio con un filmato, a cura di Serena Blotta, che è iniziato l’incontro, moderato dal giornalista Ugo Floro, il quale ha incentrato la sua introduzione «sull’inattività, quantomeno nell’immediatezza, che hanno mostrato alcuni attori protagonisti dell’evento sismico, contrapposto alla volontà della gente di reagire, in un paese troppo distante dai centri del potere».
Una serie di fotogrammi che hanno ripercorso quella notte; quella notte, all’1.05, quando la gente si è riversata nelle strade, quando la paura segnava i loro volti. La cartina con quella stellina che segnava l’epicentro, il sito INGV che indicava magnitudo 5.2, il buio, la solitudine, i crolli, il paese desolato del giorno dopo, la piazza, simbolo del paese, deserta perché colpita nel suo centro, l’ospedale evacuato, tanta disperazione e un faro. Il faro della speranza, della disperazione che si è trasformata in forza. E allora quelle foto non sono più scure come la paura ma lasciano il posto alla voglia di farcela. Mormanno illuminata, con i suoi paesaggi e il suo tramonto, Mormanno in festa con la sue gente, Mormanno con le sue iniziative e le sue chiese, con le sue radici e le sue tradizioni. Mormanno con la sua vita. Quella che rivogliono i suoi cittadini e che hanno rivoluto sin dal giorno successivo. Quella gente che è stata colpita, come ha sottolineato Raffaella Galizia, «in ciò che era suo, nelle proprie case, nel proprio lavoro, nella propria quotidianità e a cui si contrappongono i tempi lenti della burocrazia e della politica».
«Burocrazia nella quale siamo rimasti prigionieri troppo a lungo – ha detto Pappaterra – ma della quale ci stiamo liberando. I lavori di messa in sicurezza sono iniziati e quel dramma che ha colpito le popolazioni, l’aspetto sociale ed economico con il crollo del turismo, si è trasformato in coraggio e abitudine a convivere con la paura che un altro evento sismico possa ripetersi». Un incontro che ha assunto i toni di un ricordo, di un’esperienza unanime vissuta allo stesso modo da tutti, cittadini e rappresentanti istituzionali. E’ questo che il sindaco di San Basile, Tamburi, ha espresso, ossia «l’impossibilità di parlare “da rappresentante istituzionale”, «perché quella notte ad aver sentito la forte scossa c’era anche lui, con la stessa paura di tutti».
Intanto a Mormanno, nella notte tra venerdì e sabato si è mobilitata una fiaccolata silenziosa, in memoria del sisma, organizzata dall’Amministrazione comunale e dalle associazioni locali, che ha percorso le vie del paese. Dalla piazzetta D’Alessandro e fino a San Rocco per poi scendere in piazza Umberto I, dove i mormannesi all’1.05, ora del sisma, hanno osservato un minuto di silenzio per ricordare gli undici lunghissimi secondi che lo scorso anno fecero tremare di paura un’intera comunità.
«Più che una decisione presa a tavolino, la scelta di un corteo silenzioso notturno tra le vie del paese, è venuta in modo naturale. I cittadini di Mormanno hanno sentito il bisogno di ritrovarsi assieme per ricordare quanto avvenuto un anno fa, ma soprattutto per ricordare che, nonostante il sisma abbia duramente colpito la loro comunità, ad un anno di distanza, sono ancora qui, decisi a rimanerci e ad impegnarsi perché Mormanno torni ad essere quello di prima, ovvero un paese attivo, vitale, rumoroso». Inoltre, è stata celebrata una Santa Messa dal vescovo della diocesi di Cassano all’Jonio, mons. Nunzio Galantino, impegnatosi in prima persona per la messa in sicurezza e riapertura di otto esercizi commerciali grazie ai fondi dell’otto per mille. Segnale di fiducia e di ritorno alla normalità. «Speranza e solidarietà – ha detto il pastore della chiesa cassanese – sono parole che acquistano senso quando ci si impegna».
Speranza e solidarietà sono il simbolo di una terra che ha sempre contato sulle proprie forze. «C’è una Calabria che aspetta solo il vostro contributo per cambiare marcia, guardate ad essa non come un posto da cui fuggire ma come una terra a cui tornare per impegnarsi da protagonisti». Con queste parole Anna Laura Orrico ha concluso la terza edizione del Calabria Day parlando ad una platea in cui erano presenti molti giovani. I giovani che rappresentano il futuro in una terra che ha bisogno di tante «belle storie», quelle che ha raccontato la giornata di ieri.
Federica Grisolia