“L’Alto Jonio è sparito”, la Raspa punta il dito contro la politica
«L’Alto Jonio è sparito». A dirlo è l’associazione R.A.S.P.A. (Rete delle associazioni Sibaritide-Pollino per l’autotutela) che ha rimarcato come «il dramma di una politica focalizzata sui risultati immediati, gli interessi privati e l’occultamento dell’informazione ha fatto sì che l’Alto Jonio calabrese, ancor più che gran parte del Meridione, si trovi in una condizione quasi irreversibile di debolezza. Da molti versanti – secondo la Rete delle associazioni – è ormai emersa la necessità di declinare l’economia, il progresso e la responsabilità politica non più secondo azioni parziali, apparenti e che non tengono conto delle diverse e complesse esigenze degli individui e delle comunità. R.A.S.P.A. ritiene che sia ora di uscire dalla passività e che sia necessario recuperare il senso della totalità che lega diversi aspetti della vita civile dell’Alto Jonio».
Secondo la R.A.S.P.A. «al degrado ambientale legato alla mega-costruzione insensata di una terza inutile arteria stradale parallela alla s.s. 106, corrisponde il degrado umano e sociale di intere comunità private da tempo dei mezzi di trasporto essenziali: le stazioni chiudono una dopo l’altra, le strade di comunicazione locali, quelle veramente necessarie per la crescita di una comunità, trascurate, abbandonate, franate. R.A.S.P.A. ritiene urgente l’adozione da parte di tutti gli organismi amministrativi di un’idea di ecologia integrale che sia etica prima ancora che politica e che, in linea anche con la recente enciclica papale, sia umana, attenta alla vita delle persone e contro le strutture consolidate e spesso mafiose di potere».
Pasqualino Bruno