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Ospedale Trebisacce in Parlamento. Ministro alla Salute non risponde sul comportamento di Scura

Ospedale Trebisacce in Parlamento. Ministro alla Salute non risponde sul comportamento di Scura
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La Lorenzin sbaglia anche il nome del "Chidichimo". Ma ha davvero contezza del problema?

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Se qualcuno si aspettava un barlume di chiarezza in seguito all’interrogazione parlamentare a risposta immediata di oggi pomeriggio sull’ex ospedale di Trebisacce è rimasto assai deluso. L’interrogazione presentata alla Camera dei Deputati dall’onorevole Sebastiano Barbanti (Alternativa Libera), apparso abbastanza documentato, sintetico ed efficace nel minuto di tempo per la sua esposizione ha trovato nella risposta del Ministro alla Salute, Beatrice Lorenzin (foto in alto), argomentazioni tecniche che già si conoscevano e che nulla di nuovo aggiungono all’annosa questione sulla riapertura, seppur parziale, della struttura sanitaria dell’Alto Jonio cosentino.

Il Ministero starebbe valutando (ancora?!) proprio in questi giorni, secondo le parole della Lorenzin, il provvedimento commissariale che prevede la trasformazione dell’attuale Ppi di Trebisacce in una Casa della Salute H24 con un Pronto Soccorso rafforzato e con il supporto anche di elisuperficie. Al che viene da chiedersi: ma la Lorenzin e il commissario alla Sanità, Scura, mandato in Calabria dal Governo Renzi, parlano tra di loro? Perché se da una parte Scura non ne vuole sapere di attuare la sentenza del Consiglio di Stato che ha bocciato di fatto il decreto del 2010 sulla chiusura dell’ospedale, dall’altra il ministro cerca di prendere tempo dichiarando che la novità su una riqualificazione dell’ex ospedale di Trebisacce  sono al vaglio dei suoi uffici, provando a salvare la faccia dell’indeciso Scura che prima promette la riconversione in ospedale di area svantaggiata e poi, con una goffa retromarcia, dichiara che il territorio dell’Alto Jonio non ha i numeri per ospitare un ospedale (con la ormai celeberrima frase “Siete quattro gatti”).

Nel mezzo, come al solito, ci sono i cittadini dell’Alto Jonio, perennemente presi in giro da una politica romana e regionale sorda al rispetto delle leggi (c’è una sentenza del Consiglio che va attuata) ma sorridente nel momento in cui iniziano le stagioni elettorali. Ad ascoltare il breve botta e risposta alla Camera dei Deputati tra Barbanti e Lorenzin c’era anche il sindaco di Trebisacce Franco Mundo acompagnato da Michele Leonetti ed altri ragazzi della Consulta Giovanile di Trebisacce che si sono spesi affinchè il deputato di Aternativa Libera (ex Movimento Cinque Stelle) portasse la questione ospedale in Parlamento con tanto di diretta televisiva nello spazio di Rai Parlamento, Question Time, andato in onda alle 15 di oggi (mercoledì) su Rai Tre.

Barbanti

Barbanti

«E’ mai possibile – ha chiesto Barbanti al ministro, facendosi portavoce di un intero territorio – che Scura, un rappresentante dello Stato, un tutore della legge, non applichi una sentenza del Consiglio di Stato?». Domanda che non ha ricevuto nessuna risposta, ma soltanto la lettura di una inutile nota tecnica dove la ministra ha sbagliato anche a leggere il nome dell’ospedale “Chidichimo”, a dimostrazione del fatto che la questione da quelle parti non è certamente nelle prime pagine dell’agenda. E poi, ancora, il Ministero deve valutare se per Trebisacce sussistono le condizioni geografiche per una riconversione? Allora il sospetto che la questione stia diventando esclusivamente di natura politica è più che fondato. Ed allora il ruolo dei sindaci non è affatto marginale. Quegli stessi sindaci che hanno chiesto ai loro concittadini i voti per Mario Oliverio e per una Regione di centro sinistra adesso dovrebbero avere il buon senso di battere i pugni sul tavolo, pretendendo il diritto alla salute.

Vincenzo La Camera

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Francesca Marino
Francesca Marino
8 anni fa

Ci affidiamo nelle mani di qualche buon samaritano dopo anni di disagi e di grandi problemi riguardanti la sanita’ come tre chirurgie tre medicine tre ginecologie senza rendersi conto dei reparti carenti nella zona a meno di 30 km di distanza l’una tra l’altra e’ che oggi ci hanno portato ad avere cio’ che e’ stato seminato negli anni. Speriamo fiduciosamente e’ fortemente nella futura Casa della Salute. Buon lavoro

francesca marino
francesca marino
8 anni fa

Consiglierei anke a qualche buon samaritano di prendere d’esempio le aziende ospedaliere venete di cui alcune specializzate nella cura di diverse patologie specifiche potenziate tra cui Cortina e Misurina tenendo conto che Cortina d’Ampezzo Pieve di Cadore sono si 30 km con due strutture ospedaliere ma di cui una atta alla cura di patologie specifiche. Specializzarsi forse anche nei nostri casi sarebbe una possibilita’ in piu’.