Ospedale di Trebisacce, eppure qualcosa si muove
Sanità nell’Alto Jonio: tutto sembra fermo ma in realtà dietro le quinte qualcosa si muove. Dopo la brutta parentesi della scomposta “cacciata” del commissario Scura dalla piazza di Trebisaccce, nell’Alto Jonio pare sia tornata la quiete dopo la tempesta e pare che tutti abbiano deposto le armi arrendendosi alle decisioni del commissario ad acta e rinunciando perfino a far valere la sentenza favorevole alla riapertura emessa dal Consiglio di Stato.
In verità, con il senno di poi, quella sfuriata collettiva, culminata con la fuga sotto scorta del Commissario Scura, viene da molti considerata una sorta di autogol, tanto che da un po’ di tempo si è tornati a lavorare sotto traccia, rispolverando il metodo della concertazione istituzionale, dei viaggi a Roma e a Catanzaro fatti alla chetichella e senza tanti strombazzamenti e, a meno di possibili e non auspicabili ripensamenti, qualcosa si muove nella direzione giusta e qualcosa sta per realizzarsi anche presso l’ex ospedale “di confine” o, “di zona disagiata” di Trebisacce. Come, del resto, sta avvenendo per l’altro omologo ospedale di Praia a Mare dove il Consiglio di Stato ha già nominato il commissario ad acta per l’applicazione pratica della Sentenza. Si tratta ovviamente di voci di corridoio ma si dà per certo che il lavorìo sommerso starebbe per partorire qualche risultato utile.
Certo, nessuno si può e si deve illudere che il “Chidichimo” possa tornare allo stato di partenza, ma è certo che ritornerà ad essere un presidio sanitario certamente più affidabile di oggi. Secondo indiscrezioni la provincia di Cosenza sarebbe in credito di circa 90 posti-letto per acuti che, in attesa che la situazione generale del debito sanitario venga superata, verrebbero distribuiti tra Trebisacce e Praia a Mare per fronteggiare le emergenze attraverso il potenziamento della diagnostica, l’istituzione di un Pronto Soccorso avanzato h/24 provvisto delle figure professionali necessarie a trattare le emergenze sanitarie e di alcune specialità di medicina selettiva, programmate ed eseguite in “day ospital” e in “day surgery”. E’ sicuramente poco per le attese e per i bisogni di cui soffre il territorio ma sarebbe il primo passo per ridare un ruolo al “Chidichimo” che oggi sembra uno scatolone vuoto e inutile.
Pino La Rocca
Mi riesce difficile,per non dire incomprensibile capire ,prima da medico e poi da cittadino,cosa voglia dire l’autore del testo.A cosa può servire avere un pronto soccorso con tutte le figure specialistiche possibili ed immaginarie,quando lo stesso non è supportato da reparti clinici presenti ed idonei.Per favore smettiamola di fantasticare.La medicina di oggi è ben diversa da quella di qualche decennio fà.