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Con l’estate torna rischio incendi. A Plataci ancora vivo il ricordo dell’agosto 2011

Con l’estate torna rischio incendi. A Plataci ancora vivo il ricordo dell’agosto 2011
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Ogni stagione estiva, l’area dell’Alto Jonio cosentino è devastata dagli incendi e centinaia di ettari di bosco e di macchia mediterranea finiscono in fumo. Plataci è uno dei comuni di questa zona e la scorsa estate è stato pesantemente colpito dal fenomeno e, senza l’intervento tempestivo della popolazione, sarebbe stata intaccata la montagnola che, da secoli, rappresenta una vera ricchezza e difesa per il paese. Il fenomeno è diventato ancora più drammatico in seguito al ridimensionamento del servizio antincendio operato nel 2011 dalla Regione Calabria. Ciò è stato pesantemente constatato dalla popolazione di Plataci, anche se di quei fatti i media hanno dato pochissimo risalto. Tra il 16 e il 25 agosto 2011 circa il 40% del territorio del Comune di Plataci è stato percorso da un devastante incendio che ha interessato tutte le contrade. Non c’è abitante del paese le cui proprietà  non siano state interessate dall’incendio.

In genere, per confrontare le grandezze si fa riferimento a valori relativi; per questo prima si è detto che è stato percorso dal fuoco il 40% del territorio. Si potrebbe dire che il 40 per cento del territorio di un piccolo comune non è poi chissà che cosa. Il dato assoluto è che circa 2000 ettari sono stati percorsi dal fuoco. Quindi sia il dato assoluto che quello relativo sono di una consistenza tale che avrebbero “meritato” una conoscenza maggiore da parte di tutti. Invece i media, escluso qualche quotidiano locale e sito web, non ne hanno parlato e il più grande incendio dell’Italia, e forse anche dell’Europa, nel  2011 non è mai avvenuto, se non per il “piccolo” numero di abitanti di Plataci, che per poco non si vedevano incendiato il loro paese, e dei paesi vicini che per giorni hanno visto levarsi da tutte le contrade di Plataci un fumo spaventoso e hanno sentito il rumore dei canader  e altri mezzi antincendio volare nel cielo caldo sopra di loro, nel vano tentativo di porre fine a quell’apocalisse.

Il problema è grave e sentiamo il dovere di suonare, in tempo, il campanello di pericolo, chiedendo, innanzitutto alla Regione Calabria, di farsi carico in modo adeguato di questo spinoso problema incentivando la prevenzione e il controllo sul territorio (dato che, statistiche alla mano, la maggior parte degli incendi risulta di origine dolosa, ndr).

 Caterina Dramisino

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