Redazione Paese24.it

Albidona accoglie gli emigrati di Buenos Aires. Il luogo dell’ultimo saluto è diventato “Largo Argentina”

Albidona accoglie gli emigrati di Buenos Aires. Il luogo dell’ultimo saluto è diventato “Largo Argentina”
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Una trentina di compaesani emigranti, che sono soci del Circolo albidonese di Buenos Aires, sono giunti ad Albidona per rivedere il paese natìo, i loro parenti, la loro chiesa di San Michele, venerato anche nella loro nuova patria. Sono arrivati uomini, molte donne e pure qualche anziano. Presente anche il cavaliere Antonio Ferraiuolo, presidente dell’Associazione calabrese.

Accompagnati dal presidente del Circolo Giuseppe Napoli, medico e docente universitario, hanno fatto tappa  a Lamezia Terme, con una compagnia di volo; quindi, in pullman hanno raggiunto Trebisacce nel pomeriggio del cinque maggio, dove hanno riposato in hotel. Nel pomeriggio del 6 maggio sono saliti in Albidona, dove si è tenuto un consiglio comunale in seduta straordinaria, per conferire un encomio al presidente del Circolo albidonese, Giuseppe Napoli. Affollato il salone municipale; gli emigranti di Buenos Aires, che hanno lasciato il loro paese, soprattutto dal 1949 al ’56, affrontando 30 giorni in bastimento, si sono abbracciati con grande emozione con i parenti di Albidona.

Durante la breve seduta consiliare, in presenza del segretario Nicola Middonno, si è discusso sull’emigrazione in generale e in particolare sul grande esodo degli albidonesi. Il sindaco Filomena Di Palma, dopo il caloroso saluto, ha fornito alcuni dati sul fenomeno migratorio, Michele Urbano ha accennato alla sua esperienza di emigrato di ritorno, perché è rientrato in Italia e risiede in Albidona; Pietro Adduci ha fatto cenno ad alcuni fatti della stessa emigrazione, per esempio la tragedia del naufragio del Chubut (Terra del fuoco) dove sono morti una diecina di giovani tosatori di pecore albidonesi. Giuseppe Rizzo e Angelo Urbano stanno intervistando gli ultimi discendenti di quei poveri morti; il consigliere di opposizione Pino Lizzano si è intrattenuto sui ricordi personali, perché anch’egli è figlio di un emigrante  nella Svizzera; sono intervenuti anche il vice sindaco Pino Salandria, l’assessore Caterina Munno, il presidente della Proloco Ciccio Salvatore, Giovanni Munno e Giuseppe Pota.  Il dottor Napoli ha iniziato con alcuni versi di don Giulio Rizzo dedicati ad Albidona, ha raccontato della sua partenza nel 1956 e ha stimolato a fare la storia della nostra emigrazione. Tutti ad applaudire questi calorosi interventi.

Dopo il consiglio comunale, un lungo corteo si è diretto verso l’ingresso del paese, precisamente presso il secolare “Pràino di Mastrogiovanni”, la località dove i soldati che partivano per la guerra e gli albidonesi che si dirigevano verso l’Argentina si abbracciavano per l’ultima volta con i propri parenti. Qui, proprio nella cosiddetta “Curva del pràino” è stata scoperta una lapide ricordo per gli emigranti venuti da Buenos Aires. Ormai, quella scritta “Largo Argentina” è una doverosa testimonianza di questo fraterno rapporto instaurato tra gli albidonesi di Buenos Aires e quelli di …. Albidona, ma il ricordo è rivolto a tutti gli altri emigranti sparsi per il mondo. E’ doveroso ricordare anche i tanti morti sul lavoro, dal Milanese all’America, alla Piana di Policoro, fino alla terra del Chubut. Il sindaco Di Palma, abbracciando tutti i compaesani di Buenos Aires, ha detto: “Ci dobbiamo incontrare spesso”.

Giuseppe Rizzo

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